Download Free Templates http://bigtheme.net/ Websites Templates

L'intolleranza, la xenofobia ed il razzismo vanno sempre combattuti, nel nome della solidarietà

Viviamo anni difficili, anni in cui le conseguenze della crisi economica hanno ‘sdoganato’ nel senso comune comportamenti come la mancanza di solidarietà, la tendenza a pensare che i propri problemi siano sempre dovuti alla presenza di chi si percepisce come diverso, finanche vere e proprie forme di razzismo o di xenofobia che credevamo appartenessero ad epoche passate e che mai avessero a riproporsi.

Ed in tutto questo un ruolo –purtroppo – irresponsabile lo giocano anche molti media, in primis la televisione, in cui ogni giorno vanno in onda programmi e notiziari che sottolineano in modo spesso scarsamente aderente alla realtà come molti disagi, molte recrudescenze della criminalità, sarebbero senz’altro da ricondurre al diverso da noi, a chi vive condizioni di marginalità, al migrante giunto qui alla ricerca di lavoro. Ma un’analisi più equilibrata della realtà italiana degli ultimi trent’anni conduce a risultati ben diversi: la criminalità di strada – almeno per determinate tipologie di reati – ha visto, nel complesso, diminuire la propria attività, ad eccezione del fenomeno dei furti in appartamento. La criminalità organizzata è ben presente, se pure con un tasso di azioni violente inferiore al passato, ed è saldamente in mano a nostri compatrioti. Senza considerare altri fattori: siamo un paese con un tasso di denatalità sostenuto e con una popolazione che difficilmente è disponibile – anche nelle sue fasce meno solide dal punto di vista economico – a svolgere mansioni che, al giorno d’oggi, sono percepite dalla maggior parte di noi come poco qualificanti, troppo dure o stancanti. Siamo un paese, anche, in cui i piccoli comuni – che tanta parte hanno avuto nella storia dell’Italia – si stanno lentamente ma inesorabilmente svuotando. Siamo, infine, un paese che ancora oggi – se pure negli ultimi 15 anni ha vissuto un incremento fortissimo della popolazione di origine straniera – ha tassi di immigrazione ben inferiori a quelli di Francia e Germania, stati interessati da questi flussi da molto più tempo, fin dalla fine degli anni ’60. Da dove proviene, allora, questa ondata di preoccupazione, di intolleranza che giunge in alcuni casi fino a fenomeni di razzismo strisciante? Forse dalla perdita di senso della solidarietà e del vivere comune, cui pure Papa Francesco richiama costantemente, di una comunità che si ritiene in larga parte cattolica praticante, forse da mezzi di informazione a volte più interessati a fare a tutti i costi notizia e meno alla verità dei fatti; forse – ed è più grave ancora – dal prevalere della cattiva politica, quella politica che – invece di farsi vera classe dirigente e di guidare le comunità verso il futuro – si riduce troppe volte a solleticare la pancia degli elettori, divenendo demagogia e populismo deteriore. Ma solleticare questi istinti è pericoloso. Ad Eboli da molti anni il fenomeno migratorio è intenso, siamo giunti ad oltre il 10% della popolazione residente che è di origine straniera, ed è un fenomeno concentrato soprattutto nella aree periferiche della città. Comprendo che questo possa creare ansia in parte della popolazione, la convivenza e la contaminazione fra culture ed abitudini diverse è sempre azione complessa e che richiede del tempo. Ma Eboli è – per storia e cultura – una comunità tollerante, aperta all’altro, solidale. Ed è anche una comunità che – diciamolo senza ipocrisie – avrebbe difficoltà a portare avanti alcune importanti attività economiche – soprattutto l’agricoltura – senza la manodopera di origine straniera. Mai mi sarei aspettato, quindi, con riferimento anche alle notizie di stampa di questi giorni, un inseguire - da parte di quasi tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, o almeno di alcuni loro esponenti che hanno fatto delle dichiarazioni roboanti ed inopportune - dei toni esasperati della destra populista. Lo considero – al di là del merito delle singole vicende – grave e sbagliato, un vero e proprio arretramento culturale complessivo rispetto a problemi che vanno affrontati con saggezza e con lungimiranza. Ma io sono convinto che hanno prevalso, in questi giorni, i toni di chi si è lasciato prendere la mano dalla volontà di raccogliere in modo maldestro il malcontento, mentre la gran parte della comunità non condivide certe estremizzazioni.

Stampa

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione Cookies Policy.