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Occorre mobilitarsi contro ogni forma di razzismo e pretendere senso di responsabilità da tutte le forze politiche

Le cronache di questi giorni ci restituiscono una situazione davvero sconfortante, nel nostro Paese, per quanto riguarda gli episodi di violenza e di razzismo che sconvolgono realtà che tutti noi consideravamo tranquille. Mi riferisco al gravissimo episodio di Macerata: il 28enne Luca Traini – già militante della Lega Nord e poi simpatizzante di forze politiche neofasciste – è passato dagli slogan beceri ad un drammatico gesto di violenza:

armatosi di una pistola, si è scatenato in un raid di violenza per le vie della città, ferendo sei persone di origine extracomunitaria. L’avrebbe fatto – a quanto sembra – in un gesto di folle risposta ad un crimine che pure ha sconvolto la coscienza di noi tutti, l’orrendo omicidio della giovanissima Pamela Mastropietro, avvenuto alcuni giorni fa. Raccontata così, potrebbe sembrare una storia di ordinaria follia. Ma non lo è. Purtroppo. Luca Traini ha – come specificano gli inquirenti – uno ‘specifico background razzista e neonazista’. Ed è su soggetti del genere – già immersi in un contesto violento e di estremismo politico che ha più presa quel messaggio xenofobo che con troppa, drammatica leggerezza alcune forze politiche stanno veicolando nella società italiana, avvelenando la civile convivenza. Alcuni leader politici – a partire dal leader della Lega Nord – pensano di massimizzare il proprio profitto elettorale sfruttando le paure dei cittadini, mettendo all’indice un ‘nemico’, lo straniero, dopo aver abbandonato in parte la politica antimeridionalista e secessionista che le aveva portate a raccogliere cospicui voti nel Nord Italia. È un comportamento irresponsabile, che se non arma la mano del fanatico di turno, quantomeno crea l’humus, il terreno fertile del quale si alimenta il razzismo, la xenofobia, la paura del diverso e la proiezione sullo straniero di tutti le nostre difficoltà ed i nostri fallimenti. Il sentimento razzista è, in qualsiasi comunità, sempre dietro l’angolo, e chi ha responsabilità politiche questo deve sempre tenerlo a mente. Per non tornare alla follia nazista ed alla Shoà che sconvolsero l’Europa 70 anni fa, basta ricordare che solo meno di 30 anni fa la ex Jugoslavia è stata travolta da guerre di matrice etnica a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste. Per questo è il momento di dire basta con forza a chi fomenta l’odio, ed i leader nazionali di alcune forze politiche devono smetterla di lucrare sulla paura, mentre i leader degli altri partiti devono immediatamente condannare questi comportamenti, senza timidezze ‘elettorali’. E questo deve accadere soprattutto in vista dell’importante scadenza delle prossime elezioni politiche del 4 marzo. A livello locale - ed è questo il mio appello - io credo che noi tutti siamo chiamati a vigilare, in primo luogo lo è chi riveste ruoli di responsabilità nei partiti e nelle istituzioni e poi anche noi comuni cittadini. Chi fa appello ai sentimenti più retrivi per lucrare consensi va condannato con fermezza e pubblicamente. Nessuna ambiguità può essere ammessa, sconfinerebbe nella complicità con chi semina paura ed intolleranza.

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