Fra pochi anni, con il pensionamento di moltissimi medici di medicina generale, rischia di crearsi una vera e propria emergenza sanitaria per i cittadini. La politica come vuole affrontare il problema?

Il 4 marzo - giorno del voto per il rinnovo di Camera e Senato - si avvicina, e la campagna elettorale sembra proseguire per lo più inseguendo temi populisti, piuttosto che affrontando problemi concreti. Uno di questi problemi concreti – l’ennesimo allarme lo ha lanciato qualche giorno fa la Fimmg,  la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale – è la drammatica carenza di medici

che, a seguito dei numerosi pensionamenti dei prossimi anni, riguarderà sia i medici di medicina generale sia lo stesso servizio sanitario nazionale. L’emergenza dovuta alla carenza di personale medico è, in realtà, già iniziata, tant’è vero che si sta già prevedendo la possibilità che il medico di medicina generale possa assistere, in alcuni casi, fino a 2000 pazienti. Ma è chiaro che non è questa la strada maestra, perché c’è un limite di pazienti oltre il quale il medico non sarà più in grado di fornire una assistenza adeguata ai bisogni di cura, soprattutto dei pazienti più anziani o affetti da patologie croniche. Il problema vero è che, attualmente, se non si incrementano le borse per il corso di formazione in medicina generale messe a disposizione – che sono oggi circa 1.100 l'anno - ad essere 'rimpiazzati' da qui a dieci anni saranno non più di 11mila medici, a fronte di quasi 34.000 che andranno in pensione. Ma su temi come questi, che riguardano il diritto sacrosanto alla salute e ad una assistenza sanitaria dignitosa, io non ho sentito ancora alcun impegno o proposta in questa campagna elettorale. Si preferisce dibattere di altri argomenti, forti magari sul piano evocativo come la paura del diverso e del migrante o come la vicenda assurda delle polemiche contro i vaccini, ma non si affrontano i temi veri, quelli che definiscono verso che direzione andrà l’Italia nei prossimi anni, se verso la crescita economica e l’incremento dei servizi ai cittadini, fortemente indeboliti negli anni della crisi, oppure verso un lento ma inesorabile declino. Io spero che il dibattito politico delle prossime settimane prenda una piega diversa, che si possano ascoltare, almeno dai leader nazionali delle forze politiche più responsabili, parole diverse ed idee e progetti sul nostro futuro. A volte non serve neanche molto, basterebbe ad esempio – per il problema della carenza di medici di medicina generale - che qualcuno rispondesse all’appello lanciato dalle associazioni di categoria, ed assumesse l’impegno di incrementare in modo significativo i posti disponibili per la specializzazione post universitaria.

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