Un altro grave episodio di intolleranza ad Eboli. Occorre una reazione forte della scuola, della società e delle istituzioni

È di pochi giorni fa la notizia di un altro episodio di intolleranza di matrice xenofoba nella nostra Eboli. Questa volta – ed è per questo che l’episodio riveste un carattere di maggiore gravità – a rendersene protagonista negativo sarebbe stato un adolescente, allievo di un istituto comprensivo di Eboli, che avrebbe più volte insultato e minacciato un’altra allieva della scuola di poco più piccola a causa del colore della sua pelle.

Ovviamente, la colpa è di chi non ha provveduto all’educazione dell’adolescente in questione, a chi non gli ha fatto comprendere che insultare una persona è sbagliato, e che ancora più sbagliato è farlo in nome di una qualche presunta diversità. Ma quel che davvero preoccupa è la reazione all’episodio, che ha il sapore del giustificazionismo, del “vabbè ma è un bravo ragazzo” o, ancor peggio, del “si, ha sbagliato ma il problema c’è”. Certo, sarà una brava persona, è ancora un adolescente, ma ha compiuto un gesto profondamente sbagliato, intriso di razzismo e di xenofobia. E la scuola, che è il luogo primario deputato all’educazione ed alla crescita dei nostri figli, non può mai indulgere in atteggiamenti di comprensione rispetto a questi comportamenti, altrimenti viene meno alla sua stessa ragion d’essere. Ma ormai, negli ultimi due anni, sembra quasi che gli atteggiamenti di intolleranza ed addirittura di aperta xenofobia siano sempre più giustificati, che stia venendo meno quella barriera che impediva anche ai peggiori di mostrarsi apertamente razzisti. Una barriera che è stata costruita, all’indomani della tragedia della seconda guerra mondiale, sulla scorta degli orribili eventi di quell’epoca buia. La politica, in questo, ha drammatiche colpe. Non solo il centrodestra e le forze apertamente razziste come la Lega, che Salvini sta sapientemente trasformando in un partito che fa della paura verso il diverso e verso lo straniero l’elemento principale del consenso raccolto. Ha colpe la stragrande maggioranza della nostra classe politica, per non aver saputo percepire per tempo che un’ondata nera di xenofobia e di paura verso il diverso stava riemergendo, e talvolta per avere, chi più chi meno, strizzato l’occhio, cercato di utilizzare strumentalmente la paura dei penultimi – le fasce più deboli ed indifese della nostra popolazione – verso gli ultimi, i migranti. Io spero che la scuola in questione stia prendendo seri provvedimenti, sia in termini sanzionatori ma soprattutto educativi, e spero che le istituzioni locali intendano muoversi, mettendo in campo – in una realtà esposta al fenomeno dell’intolleranza in ragione della forte presenza di cittadini comunitari ed extracomunitari sul territorio – iniziative serie per contrastare ogni fenomeno di razzismo e di discriminazione verso chi viene percepito come diverso, per il colore della pelle, per la religione in cui crede o per qualsiasi altro motivo.

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