Il tentativo di delocalizzare le Fonderie Pisano a Buccino è un grave errore

La – ormai surreale – vicenda relativa alle Fonderie Pisano continua a tenere banco, anche nelle ultime settimane, nelle cronache salernitane. Mentre continua la battaglia che vede contrapposti – a Salerno e nei comuni limitrofi – i proprietari dello stabilimento siderurgico e molti residenti rappresentati dal comitato ‘Salute e Vita’, si continuano ad ipotizzare delocalizzazioni in aree della Valle del Sele e del Tanagro.

La proprietà ha nel frattempo ottenuto – con un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale – che le attività industriali fossero provvisoriamente riattivate nell’attuale stabilimento, situato nell’area di Fratte ed attivo – con un impianto di oltre 30.000 mq – nella produzione di ghisa di seconda fusione. Da anni l’attività siderurgica è accusata – sia da parte dei comitati di cittadini che da parte di numerosi esperti – di essere responsabile, a causa dei processi di lavorazione, di inquinamento atmosferico con pesanti conseguenze negative per la salute dei cittadini sia della zona dove sorge lo stabilimento che dei comuni limitrofi come Pellezzano. È scientificamente complesso stabilire un nesso causale diretto fra attività industriale e conseguente inquinamento ed incremento delle malattie tumorali e di altre patologie, e necessita di studi epidemiologici estremamente accurati e spesso lunghi. Ma è evidente che una ricaduta ambientale grave le attività industriali di questo tipo ce l’hanno, basti vedere il caso eclatante dell’ILVA di Taranto, il gigantesco complesso siderurgico da anni al centro di inchieste e sequestri degli impianti. Nelle ultime settimane – dopo che si era tentato lo scorso anno di individuare aree disponibili nella Valle del Sele, in particolare ad Eboli e a Campagna – è emerso un tentativo di delocalizzare gli impianti a Buccino – l’antica Volcei – nella Valle del Tanagro. Delocalizzare in un’area come quella di Buccino e del Tanagro un'attività come quella delle Fonderie Pisano appare, ancora una volta, una scelta improvvida e motivata soltanto dall’ansia della proprietà di individuare un luogo qualunque, senza che vi sia una volontà dei proprietari e delle autorità sovracomunali di giungere a soluzioni serie, programmate e che siano in grado di portare al proseguimento delle attività imprenditoriali e alla salvaguardia dei posti di lavoro – circa 120 – senza incidere negativamente sulla salute dei cittadini. La reazione dei cittadini di Buccino, dell’amministrazione locale guidata dal sindaco Parisi, dei residenti nei comuni limitrofi è stata dura, di netta opposizione ad un tentativo di insediare uno stabilimento produttivo altamente inquinante assolutamente in contrasto con la volontà delle comunità locali. Io sono convinto che la reazione della popolazione e delle istituzioni cittadine scongiurerà questo ennesimo tentativo raffazzonato di trovare soluzioni poco intelligenti e poco rispettose dell’ambiente e del sentire dei cittadini ad un problema serio, che meriterebbe di essere affrontato con altro spirito e con maggiore serietà sia da parte di imprenditori che vogliano dirsi degni di questo nome che da parte delle autorità politiche sovracomunali.

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