Il governo Conte è in carica. Ombre sui diritti dei più deboli con Salvini ministro degli Interni

Dopo le peripezie che tutti noi conosciamo, è nato il governo Conte. Giorni di gravissima crisi istituzionale, che solo la saggezza del Presidente Mattarella ha consentito di gestire al meglio. È un bene che sia nato un governo, dopo oltre tre mesi di passione contraddistinti – devo dirlo – dal pressappochismo generale di tutte le principali forze politiche, condito da una buona dose di demagogia.
Il governo che nasce oggi è, comunque, il frutto dell’alleanza in Parlamento di due grandi forze politiche che si erano presentate su fronti contrapposti alle elezioni. Due forze politiche con differenze significative, il cui connotato comune sembra essere quello che oggi comunemente viene definito ‘sovranismo’, un misto di populismo e protezionismo che attualmente è parecchio in voga. Il premier, Giuseppe Conte, sembra essere una brava persona. Priva, però, di qualsiasi sfera di autonomia politica, oltre che di esperienza. Ma vedremo come se la caverà. Io spero bene, perché non mi colloco fra quelli che si augurano un fallimento a priori dell’azione di governo. Ma non nego che questo governo mi spaventa. Scongiurato con la nomina di Tria a Ministro dell’Economia lo scenario folle dell’uscita dall’euro, quello che oggi mi preoccupa ha un nome e cognome: Matteo Salvini. Leader politico abile, leader politico cinico, come i fatti hanno ampiamente dimostrato. Oggi a Salvini va la vicepresidenza del Consiglio dei Ministri ed il delicatissimo incarico di Ministro degli Interni. Proprio a lui, che ha costruito le fortune elettorali del suo partito trasformandolo da forza separatista e con tratti folkloristici in forza politica di destra radicale, a matrice lepenista, connotata da significativi tratti di xenofobia e di ultraconservatorismo. A rafforzare tutto questo la nomina a ministro di un personaggio, tale Fontana, le cui convinzioni profonde sono intrise di pregiudizi contro gli omosessuali . Io credo che questo dia vita ad una miscela pericolosa. La compressione dei diritti di vaste categorie di persone – immigrati, omosessuali, persone che vivono in condizioni di marginalità o per scelta o per necessità come i clochard – è dietro l’angolo. Ma anche la negazione dei diritti ormai acquisiti delle famiglie di fatto sembra potersi profilare all’orizzonte. E questo, in un paese democratico, è inaccettabile. Un salto indietro nel passato che ci proietterebbe verso l’Ungheria di Viktor Orban, e lontana dalle democrazie europee più avanzate. Su questo io credo che le forze politiche del centro-sinistra – o almeno quello che ne resta - ma soprattutto le forze sociali dovrebbero interrogarsi ed agire. Partendo dagli errori terribili che ci hanno condotto a tutto questo, che passano per la tracotanza di Renzi e per la marginalità colpevole e consapevole degli altri esponenti politici del Pd e degli altri partiti di sinistra, nessuno escluso. Ma ora basta scuse, si parta dall’azione concreta, per resistere alla compressione dei diritti civili che sembra alle porte e per rilanciare un’azione ed un ragionamento politico vero sui diritti sociali, rispetto ai quali la parola per quindici anni è stata lasciata alla destra. E questi sono i risultati.