Polemiche per le nuove modalità di sosta a pagamento ad Eboli

Da qualche settimana ad Eboli si è tornati, di fatto, a pagare il parcheggio nelle strisce blu. A due anni di distanza dal fallimento della Eboli Multiservizi, la società comunale che si occupava, fra l’altro, dei parcheggi pubblici, il Comune di Eboli, infatti, ha assegnato attraverso una gara pubblica l’appalto dei parcheggi ad una ditta dell’alto casertano, che ha assunto il formale impegno a riassumere 20 ex lavoratori della società comunale frattanto dismessa.

Nel periodo trascorso fra la cessazione delle attività della Eboli Multiservizi e l’arrivo della nuova società, del servizio si era fatto carico direttamente il Comune, attraverso dei grattini che potevano essere acquistati in bar ed edicole. Di fatto, però, il servizio era in pratica gratuito perché, in assenza di qualunque controllo, nessuno o quasi si faceva carico di acquistare i ticket di sosta. Oggi, però, dopo anni di laissez-faire, è scoppiato immediatamente un notevole malcontento fra i cittadini. C’è chi dice che la sosta è troppo cara, che non sono previste aree in cui i residenti siano esentati dal pagare, che il numero di stalli a pagamento è troppo eccessivo in alcune zone della città – il centro urbano soprattutto – e poche invece le strisce bianche, dove la sosta è consentita gratuitamente. Ed in effetti a fare un giro per le zone centrali – Viale Amendola, Piazza Tito Flavio Silvano, Via Matteo Ripa, Via Matteotti solo per citare alcune delle strade principali – le aree di sosta a pagamento sembrano essere di gran lunga superiori a quelle dove è concessa la sosta gratuita. E questo parrebbe essere in contrasto con la norma che regolamenta le modalità di sosta – la cosiddetta Legge Tognoli del 1989 e successive integrazioni – che prevede un sostanziale equilibrio, in aree omogenee, degli stalli di sosta a pagamento e di quelli dove, invece, è possibile parcheggiare gratuitamente. Ma anche le modalità di parcheggio e di pagamento dei ticket appaiono, a dire il vero, piuttosto farraginose e vetuste. In un mondo in cui tutti noi ormai utilizziamo ampiamente le moderne tecnologie, ad Eboli, per ora, non si può parcheggiare utilizzando le più comuni app attraverso le quali pagare la sosta direttamente dal cellulare – le più comuni sono Easypark o MyCicero – che consentono, fra l’altro, di pagare solo gli effettivi minuti di sosta. L’unica alternativa al pagamento della sosta presso gli appositi totem in contanti o con bancomat è, per ora, TelepassPay, il cui utilizzo è riservato, però, esclusivamente ai possessori di telepass che abbiano attivato il relativo servizio. Eppure, in quasi tutte le città della provincia di Salerno – anche in piccoli centri come Sala Consilina giusto per fare un esempio – è possibile pagare la sosta per gli effettivi minuti che sono stati effettuati, attraverso le piattaforme informatiche più comuni. In sostanza, molte delle critiche che vengono formulate in questi giorni hanno fondamento: il sistema di sosta – pubblicizzato quale innovativo – appare in realtà abbastanza inefficace, troppi gli stalli a pagamento nelle aree centrali della città, assente qualsiasi deroga per i residenti, ad esclusione di uno sconto sull’abbonamento mensile. Certo, è giusto che la sosta sia regolamentata, e non si poteva continuare sulla strada di una sostanziale assenza di qualsiasi controllo che rendeva di fatto inesistente la sosta a pagamento nella nostra città. E porsi il problema di ricollocare gli ex dipendenti della Multiservizi e di rendere disponibili introiti per il Comune è giusto. Ma farlo in questo modo, vessando i concittadini e rendendo disagevole la sosta a chi proviene dai paesi vicini, sembra onestamente un modo sbagliato di procedere.

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