Anche quest'anno si ripresenta, puntuale, l'emergenza rifiuti

Anche quest’anno – con l’incedere della stagione estiva – si aggrava la situazione dei rifiuti in Campania e in Provincia di Salerno. In particolare, va in sofferenza il ciclo di smaltimento della frazione indifferenziata. Lo Stir – l’impianto di tritovagliatura situato fra Eboli e Battipaglia – va puntualmente in affanno, si formano code interminabili di camion carichi di rifiuti indifferenziati, con l’ovvio aggravio di costi per i cittadini e di danni ulteriori all’ambiente.

Nel frattempo, misteriosi incendi coinvolgono impianti privati per il trattamento delle frazioni riciclabili dei rifiuti, ad esempio il grave incendio che poche settimane fa ha coinvolto l’impianto della ‘Nappi Sud’ sempre a Battipaglia, distruggendolo quasi integralmente e spargendo fumi di combustione della plastica per giorni in tutta la zona. Pochi giorni fa un altro impianto è stato dato alle fiamme a Caivano, in provincia di Napoli, ed in questi incendi quasi sicuramente dolosi è difficile non intravedere una strategia di condizionamento criminale. Ma torniamo al drammatico problema dello smaltimento del secco indifferenziato, aggravato dalla chiusura, per manutenzione, della gran parte dell’impianto di termovalorizzazione di Acerra. Il presidente della Provincia di Salerno Canfora ha firmato alcuni giorni fa un’ordinanza, con la quale autorizza il conferimento straordinario – a causa dell’emergenza – presso l’impianto di Sardone, nel territorio del Comune di Giffoni Valle Piana. Impianto gestito dalla Ge.s.co., società pubblica da oltre dieci anni in liquidazione ma che continua tranquillamente ad operare. E l’emergenza? L’emergenza si ripropone ogni anno con scientifica metodicità, quest’anno è solo aggravata dalla chiusura per manutenzione di tre linee su quattro del termovalorizzatore di Acerra. Peccato che tale attività di manutenzione fosse ampiamente programmata, da mesi la società di gestione ha preavvisato chi dovrebbe gestire i flussi dei rifiuti che l’impianto necessitava di un periodo di manutenzione significativo. Manutenzione, peraltro, ordinaria. Ma in questa nostra martoriata terra funziona così, tutti vanno avanti come capita, si finge che il problema non esiste fino a quando non ci si sbatte davanti, e poi si improvvisa qualcosa. Oggi – per un po’ di tempo – utilizzeremo l’impianto di Sardone, ma credo che – data la mole di rifiuto secco indifferenziato prodotto ogni giorno – servirà a poco questa decisione, a stento a tamponare l’emergenza per qualche tempo, poche settimane al massimo. Poi – se non si inventano altre soluzioni – inizieremo a trovarci – nel 2018 – di nuovo ed ancora con i sacchetti per strada. Ad Eboli qualche avvisaglia già c’è stata la scorsa settimana quando la Sarim – la ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti – non ha raccolto il secco indifferenziato nelle aree periferiche della città per un turno, perché non sapeva dove scaricare i mezzi a fine giornata. Mi chiedo, ma fino a quando vorremo continuare così? Fino a quando una assoluta carenza di programmazione dovrà comportare che – nonostante negli ultimi dieci anni il livello di raccolta differenziata sia salito nella nostra regione di percentuali molto importanti – periodicamente il sistema vada in crisi? Fino a quando sarà possibile tollerare la presenza di società pubbliche che – se fossero nel libero mercato – sarebbero fallite da anni e che spesso non hanno i mezzi per operare? Fino a quando dovremo assistere alle aggressioni della criminalità organizzata, sempre pronta a lucrare sul ciclo dei rifiuti su cui ha fondato buona parte del suo arricchimento degli ultimi venti anni? Io spero si assista ad una inversione di tendenza, anche se i fatti che si susseguono ogni giorno non fanno sperar bene: manutenzioni programmate da tempo che prendono in contropiede le autorità preposte, impianti che prendono fuoco in tutta la regione, e l’assenza di una norma di riordino del ciclo dei rifiuti in Campania senza la quale ogni ente agisce un po’ come gli pare, aggravando lo stato di confusione e di disorganizzazione.

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