I sindaci in prima linea contro il Decreto Salvini

Il Governo Conte – lo sappiamo tutti – ha approvato alcuni mesi fa, su forte impulso della Lega e del vicepremier e ministro degli Interni Salvini, il cosiddetto ‘decreto sicurezza’, che ha introdotto numerose novità, fra l’altro, sulla disciplina dei permessi umanitari per i migranti. Pochi giorni or sono proprio su questo punto è scoppiata una polemica con molti sindaci di grandi città italiane.

Il dissenso, che è partito dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando per poi essere fatto proprio dai sindaci di Napoli Luigi De Magistris, di Firenze Dario Nardella, di Milano Giuseppe Sala e da moltissimi altri amministratori locali, riguarda – nello specifico – la parte della norma che impedisce l’iscrizione all’anagrafe e, dunque, il rilascio della carta d’identità, a coloro cui sia scaduto il permesso umanitario di soggiorno. Il decreto, poi, introduce una stretta significativa ai permessi di soggiorno temporaneo per motivi umanitari. Le conseguenze del Decreto Salvini sono sotto gli occhi di tutti: mano a mano che scadono i permessi di soggiorno per motivi umanitari moltissime persone residenti in Italia legalmente vengono sospinte di fatto verso una condizione di illegalità, che impedisce loro di avere un lavoro non in nero, di accedere a percorsi formativi e le priva dei più fondamentali diritti. Il Sindaco Orlando ha chiesto al responsabile dell'anagrafe del suo Comune di valutare attentamente tutti gli aspetti giuridici dell'articolo 13 del decreto e, nell'attesa, di non applicarlo quando rischia di "intaccare i diritti fondamentali della persona". Da questa decisione del sindaco di Palermo è partita una polemica che sta tenendo banco sui media nazionali da giorni, ed una serie di botta e risposta fra gli amministratori locali di centro-sinistra ed il ministro degli Interni. Da un lato, i sindaci rappresentano come una misura del genere, oltre a denegare diritti fondamentali, sia in realtà foriera di potenziale aumento del disagio ed anche della criminalità nelle città da essi amministrate. Dall’altro, Salvini resta rigidamente ancorato ad una politica improntata ad accenti chiaramente xenofobi e di intolleranza, convinto, in tal modo, di continuare a godere di sostegno popolare, anche in vista delle prossime elezioni europee. Frattanto, il Governo continua a negare l’attracco in un porto sicuro ad una nave di una O.N.G. tedesca, che da molti giorni continua a girovagare nel Mediterraneo con il suo carico di 49 persone sofferenti, fra cui diversi minori. E a nulla è valso, finora, il fronte interno apertosi in seno alle stesse forze di governo, con l’altro vicepremier pentastellato Di Maio che ha proposto una timida apertura, proponendo di far almeno sbarcare donne e bambini. Devo essere onesto: questo Paese mi preoccupa, e non poco. Mi preoccupa perché si è smarrito – e non solo sulla questione migranti – quel minimo senso non solo di solidarietà ma finanche di civiltà che dovrebbe portare alla condanna di comportamenti improntati alla sopraffazione od alla negazione dei diritti. Mi preoccupa per la guerra fra poveri che si sta – volutamente – scatenando, e perché moltissimi italiani in questa trappola sono caduti in pieno, concentrando la propria attenzione non su quanto viene fatto ai massimi livelli per incrementare sempre di più il divario fra le persone più ricche e ceto medio sempre più impoverito, ma sugli ultimi, su come colpevolizzare chi è rimasto indietro individuando in lui l’ostacolo alla propria crescita sociale. Ne è un esempio l’invereconda azione di una persona animata – evidentemente – da sentimenti davvero spregevoli, un amministratore locale di una città del centro -nord che si è vantato sui social media di aver ‘buttato nell’immondizia’ le poche cose che proteggevano dal freddo un clochard. Un tempo, una azione tanto ignobile avrebbe scatenato una rivolta popolare, con le immediate dimissioni del politicante che si era reso responsabile. Ma – ed anche questo dà da pensare – un tempo non lontano neanche il più stolto dei politicanti avrebbe inscenato a beneficio dei media una tale grossolana sceneggiata, senza neanche rendersi conto che privare, a gennaio, un clochard di ciò che gli è necessario per coprirsi è un gesto che può metterne in pericolo addirittura la sopravvivenza.

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