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Salvare l'ospedale di Eboli!

Vivo sulla mia pelle, in qualità di medico di base, il quotidiano scoramento dei pazienti, in particolare di tante mamme che, purtroppo, si ritrovano costrette a recarsi presso il nostro ospedale. Servizi sempre più carenti, burocrazia interminabile, liste d’attesa infinite. Mi piange il cuore ogni volta che ascolto questi racconti perché il Maria Santissima Addolorata di Eboli è stato da sempre un fiore all’occhiello della sanità salernitana. Man mano, per precisa volontà politica, è stato ridotto a pezzi, smantellato. Nel 2015 si registravano 117 posti letto ordinari e 24 in day surjery a fronte dei 270 previsti dal decreto 49/2010; 15mila accessi al pronto soccorso a fronte dei 40mila fatti registrare l’anno precedente. Segno del tracollo sempre più incalzante, conseguenza diretta del depotenziamento del nostro ospedale determinato dalle scelte dell’ex Governatore Stefano Caldoro, dell’ex Direttore Generale dell’ASL Salerno Antonio Squillante e dell’ex Direttore Sanitario dell’Ospedale di Eboli Rocco Calabrese. Un’azione di penalizzazione e depauperamento messa in atto da una gestione scellerata, demolitrice che, con la scusa della revisione e del contenimento della spesa sanitaria, ha tagliato le potenzialità del Maria Santissima Addolorata riducendo prestazioni e servizi. Una gestione che prometteva di rientrare nei costi, nascondendo quanto questo avrebbe influito sulla qualità dei servizi sanitari erogati nel nostro territorio. E ciò nel silenzio totale dei rappresentanti locali di quello schieramento politico/amministrativo. Un totale scempio legato alla chiusura di servizi pubblici, di reparti e addirittura di presidi della salute in aree strategiche, completamente passato sotto silenzio. Uno scempio reso ancor più grave dal dirottare i pazienti verso strutture private, svuotando il “pubblico” e arricchendo il “privato”. A fronte di questo depotenziamento nulla è stato fatto per quanto riguarda il più volte promesso potenziamento dell’area cardiologica e neurologica dell’ospedale di Eboli. Se si continuano ad eliminare importanti e qualificanti servizi senza il potenziarne altri, è chiara la volontà di fondo di abbandonare a se stesso il nostro nosocomio. Tutto questo è inaccettabile. Per di più se accade in un contesto in cui quel presidio è non soltanto punto di riferimento per gli ebolitani e i residenti dei comuni limitrofi ma anche e sempre più primo punto di contatto sanitario per i numerosissimi immigrati presenti nell’area della Piana del Sele. Essendo il Maria Santissima Addolorata, appunto, il primo punto di contatto per i cittadini stranieri che hanno bisogno di assistenza sanitaria sul territorio, sembrerebbe che il Ministero degli Interni abbia finanziato per circa 800 mila euro il nostro nosocomio proprio per attività sanitarie legate al primo soccorso ai migranti. Questo sarebbe segno dell’importanza che il Governo riconosce all’ospedale ebolitano! Mentre la politica locale in questi anni ha solamente fatto di tutto per ridurne il prestigio e l’efficienza! A vantaggio di chi? Individuate le somme per la costruzione dell’Ospedale Unico della Valle del Sele, dopo il decreto n. 49 nel 2010 che cosa è accaduto? L’ex governatore Caldoro non ha mai dato seguito a quanto stabilito per decreto, dichiarando la struttura non più attuale con il decreto n. 82 del 2013 e i politici del suo schieramento oggi al governo della città hanno taciuto e agito in silenzio facendo in modo che la questione cadesse nel dimenticatoio. Anzi, si è dato modo di procedere alla chiusura dei reparti di Ostetricia e Pediatria, ulteriore attività di depotenziamento che è andata avanti mesi con lo spostamento di tutta l'area materno-infantile da Eboli a Battipaglia. Allo spostamento avvenuto all’epoca di Squillante di Ostetricia ha fatto seguito, difatti, quello operato più di recente di Ginecologia. Un depotenziamento che ha portato a registrare 3.700.000 euro di mancato introito derivante dal pagamento dei ticket da parte dell’ospedale di Eboli a fronte di soli 147.000 euro di risparmio della spesa. Operazione che, purtroppo, oggi mette in discussione non solo il ruolo del plesso ospedaliero ebolitano ma anche e soprattutto l’efficienza dei servizi sanitari erogati nel nostro territorio e per i nostri concittadini. Senza dimenticare poi lo scandalo dell’ALPI e il sistematico esercizio di gonfiare stipendi e prestazioni fino ad arrivare a guadagnare cifre che vanno dai 100mila euro giungendo ad oltre i 350mila euro. Nel solo anno 2013 l’ALPI è costata alle casse dell’ASL ben 75milioni di euro, una cifra eccezionale se si considera i tagli con l’ascia che il Direttore Generale dell’ASL Salerno ha riservato alla nostra sanità con il falso presupposto della “Revisione della Spesa”. L’ALPI è, difatti, l’unica voce che aumenta sistematicamente nei conti dell’ASL nel corso degli ultimi anni. Il Piano di Rientro messo in piedi all’epoca dalla gestione dell’ASL di Squillante e di Spinelli ha gettato solo fumo negli occhi. Con la chiusura del polo materno – infantile, la mancata attivazione dell’ h12 o dell’h24 per quanto riguarda l’emodinamica, il mancato trasferimento della neurologia ad Eboli, il caos creato con l’accorpamento di Otorino e Chirurgia (conseguente all’apertura di Oculistica) e la chiusura prolungata di ambulatori come Gastroentorologia, l’Asl ha finto di risparmiare, riducendo anzi gli introiti dell’Ospedale di Eboli di 3.700.000 per la riduzione degli incassi derivanti dal pagamento dei tiket sanitari. Quello che si spende in un anno di ALPI (75 milioni di euro) basterebbe a finanziare il famoso Ospedale Unico della Valle del Sele se si risparmiassero solo tre annualità di questo scandalo. Allora basta! Quello alla salute è un diritto costituzionalmente garantito e non può essere violato in questo modo! Al governatore Vincenzo De Luca chiediamo di intervenire contro lo scempio di cui il SS. Maria Addolorata è stato vittima insieme all’intera città di Eboli. Chiediamo di ripristinare il decreto 49/2010 e di salvare un territorio che la mala gestione del centrodestra ha per troppo tempo relegato al ruolo di vittima in nome di interessi concentrati altrove. Occorre una vera inversione di tendenza, partendo almeno dalla creazione di una "guardia pediatrica” attiva dalle ore 8 alle ore 20, di una “guardia ostetrico-ginecologica” allo stesso modo attiva dalle ore 8 alle ore 20. L’amministrazione comunale tuteli il diritto alla salute dei suoi concittadini e si faccia promotrice di iniziative presso gli enti preposti e competenti per cercare di non far morire il nostro ospedale. E’ necessario rompere il silenzio, il sindaco di Eboli, massima autorità sanitaria sul territorio, ha il dovere morale prima ancora che amministrativo di garantire la disponibilità e l’accesso alle cure di chiunque ne abbia bisogno. Il sindaco di Eboli, come già accaduto in altre realtà della nostra provincia, si ponga in prima linea, coinvolga tutti i sindaci del comprensorio per farsi promotore delle istanze, delle esigenze, delle richieste che arrivano non solo dai suoi concittadini ma anche dai residenti dei comuni limitrofi che si sono visti spogliati dell’accesso ai servizi sanitari e che hanno l’ospedale di Eboli come primo punto di riferimento!

Tags: di donato,, eboli,, immigrati,, sanità,, ospedale,, ss. maria addolorata,, diritti,, cittadini,

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