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Altre 117 vittime innocenti nel Mare Mediterraneo

Altre 117 vittime innocenti ingoiate dal Mare mediterraneo, nell’indifferenza dell’Europa e, purtroppo, del governo italiano. È questo l’orribile bilancio dell’ultima tragedia, avvenuta venerdì scorso al largo della costa libica. I sopravvissuti, salvati da un elicottero decollato dal cacciatorpediniere della Marina Militare italiana ‘Caio Duilio’ quando ormai per gli altri occupanti del gommone affondato al largo della costa libica non c’era più nulla da fare, sono solo tre: due sudanesi e un cittadino del Gambia.

Fra le vittime, vi erano almeno due bambini e dieci donne. Quella che sta avvenendo nel Mediterraneo negli ultimi anni sotto i nostri occhi è una vera ecatombe: si stimano 17.000 migranti affogati o morti di stenti nel tentativo di raggiungere le coste dell’Europa. E nessuno può dirsi innocente di questo sangue versato. Non può l’Europa, che si deresponsabilizza rispetto a questa tragedia e che, in tal modo, rinnega i propri principi ed i propri valori. Non possono i singoli stati, che passano il tempo a rimpallarsi – vergognosamente - responsabilità e doveri. Non può il nostro paese, l’Italia, che ancora più vergognosamente ha, con l’avvento del governo giallo-verde, iniziato ad accusare le O.n.G. – le organizzazioni non governative che da alcuni anni operano nel Mediterraneo per fronteggiare l’emergenza – di essere quasi organizzazioni criminali, ribaltando la realtà e cercando di far passare la tesi ridicola secondo la quale sarebbe la presenza di queste navi – e non la fame, non la violenza, non la miseria – ciò che incoraggia moltissime persone disperate ad affrontare su imbarcazioni di fortuna un viaggio disperato, che troppo spesso li condurrà alla morte. E dimenticano – i governanti che propalano queste tesi piene di odio – che le navi delle organizzazioni umanitarie operano nel Mediterraneo dal 2014, e cioè da quando la ricca e civile Europa – e l’Italia con essa - ha deciso di sospendere l’operazione ‘Mare Nostrum’, grazie alla quale moltissime persone erano state salvate da una fine orribile nel corso degli anni precedenti. Non può nessuno di noi, se non fa qualcosa per contrastare questo stato di cose. Fra le vittime degli ultimi anni – precisamente del naufragio avvenuto il 18 aprile del 2015 nel corso del quale perirono 1100 migranti, il più grande naufragio di questo secolo nel Mediterraneo - c’era un adolescente del Mali, cui il medico legale aveva trovato cucita sulla giacca una pagella. Una pagella con il massimo dei voti in tutte le materie, che l’adolescente portava con sé nella speranza che i suoi sforzi gli aprissero le porte dell’Europa. Una storia che lo scrittore Enrico Galiano ha deciso di raccontare ai propri studenti in occasione della Giornata della Memoria, e che mi ha commosso profondamente. Credo davvero che chi ha conservato senso di umanità, che chi non è caduto nella trappola retorica della ‘guerra fra poveri’ scatenata dagli attuali governanti debba reagire, mettendosi all’opera nel modo migliore per contrastare tutto quest’egoismo e per aiutare i più deboli, siano essi italiani o stranieri. Non vergognandosi neppure per un istante di poter essere definito dallo stolto di turno con l’epiteto – ormai tanto di moda – di ‘buonista’. Perché avere coscienza, mostrarsi altruista e solidale è un valore di cui andare fieri.

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