Approvata la nuova legge sul caporalato. Ora si realizzi subito uno sportello unico per l'immigrazione a Santa Cecilia

E’ di questi giorni la notizia della definitiva approvazione, dopo un iter legislativo lungo ed impegnativo, della legge per il contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura. Si tratta di un fatto molto importante, ed ora questa legge deve al più presto trovare piena applicazione, a partire dalle nostre terre, dalla Piana del Sele. La Piana, infatti, è massicciamente interessata da fenomeni di sfruttamento del lavoro nero, in danno soprattutto dei tanti migranti senza i quali la fiorente economia agricola dell’area probabilmente tracollerebbe. Immigrati che vengono ‘ospitati’ in baracche fatiscenti a prezzi vergognosamente alti, ovviamente in nero. Che vengono privati dei più elementari diritti, la cui salute viene messa a dura prova nelle serre dove, spesso, non vengono rispettate le più elementari norme sulla sicurezza del lavoro. Il Ministro dell’Agricoltura Martina, in occasione dell’approvazione della legge attesa da anni, ha detto che “ora avremo nuovi strumenti per proseguire una battaglia che deve essere quotidiana, perché sulla dignità delle persone non si tratta”. Condivido punto per punto queste affermazioni, sottolineando che per persone si intendono – in una società che voglia dirsi ed essere civile – tutte le persone, i cittadini italiani come gli immigrati, regolari od irregolari che siano. Tutti hanno, infatti, il diritto di non essere sfruttati da individui senza scrupolo. La norma prevede, fra i suoi capisaldi, il rafforzamento delle rete del lavoro agricolo di qualità, che ricomprende l’attivazione di sportelli unici per l’immigrazione. Prevede l’elaborazione di un piano di intervento per l’accoglienza dei lavoratori stagionali, allo scopo di tutelare – in collaborazione con gli enti locali e con il terzo settore – la dignità e i diritti dei lavoratori. Un’altra importante previsione normativa riguarda la possibilità di estendere alle vittime del caporalato accertate gli indennizzi già previsti per le vittime della tratta con la legge 228 del 2003. Si stabilisce, infine, l’inasprimento delle sanzioni penali per chi sfrutta il lavoro e comprime i diritti dei lavoratori, prevedendo l’arresto obbligatorio per chi svolge intermediazione illecita del lavoro e rafforzando le possibilità di confisca dei guadagni illeciti conseguiti commettendo questo odioso reato. E’, io credo, una buona legge. Ora sta allo Stato, ma anche alle amministrazioni comunali, fare in modo che essa venga applicata. Io partirei – e spero che l’Amministrazione Cariello si voglia adoperare rapidamente in tal senso –dall’istituzione a Santa Cecilia di uno sportello unico per l’immigrazione, volto a far incontrare l’offerta e la domanda di lavoro attraverso canali leciti e rispettosi dei diritti delle persone. Di tutte le persone.

Tags: di donato,, amministrazione cariello,, immigrati,, Piana del Sele, caporalato, legge, repressione caporalato, diritti civili, lavoro nero, agricoltura

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