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Sulle compensazioni fra crediti e debiti anche per le fasce sociali più deboli pessima figura dell'Amministrazione Cariello

Viviamo il tempo della retorica più stantia, in cui la classe politica in particolar modo si sente in obbligo di sostituire all’assenza di contenuti il populismo più deteriore, le frasi fatte, il trucco di addossare sempre a chi ha preceduto quel sindaco, quell’amministrazione tutte le colpe del mondo, e di attribuire a sé stessa un ruolo salvifico. Ne è un esempio lampante la polemica di questi giorni, ad Eboli, sulla vicenda delle compensazioni. Il Partito Democratico fa notare – ed avendo piena ragione – che compensare i crediti dei cittadini a fronte di debiti verso il comune di natura erariale è senz’altro giusto, ma che non lo è, invece, se i crediti del comune riguardano prestazioni sociali verso le classi della popolazione meno abbienti e, in particolare, se tali somme sono di provenienza statale o regionale e sono state assegnate proprio con lo scopo di aiutare queste persone che versano in una situazione di disagio economico. Questa scelta diventa ancora più ingiusta se ad andarci di mezzo sono dei minori, che vengono privati di elementari diritti di accesso allo studio. C’è chi sostiene, poi, che una scelta del genere sia anche errata sotto il profilo giuridico, perché non si possono compensare crediti e debiti di natura diversa e perché la legge esclude dalla compensazione espressamente – e non a caso – le misure in favore dei più poveri. A fronte di questa polemica sollevata dal Pd, dapprima sembra che l’Amministrazione Cariello ne abbia preso atto, perché a diversi cittadini giunge comunicazione dagli uffici comunali che le somme destinate all’acquisto dei buoni libro per i propri figli sono ora disponibili, dopo un primo diniego. Ma potevano mai degli esponenti politici ammettere serenamente, in uno spirito collaborativo fra maggioranza e opposizione, che un errore era stato fatto e affermare legittimamente di avervi posto rimedio, anche su suggerimento delle forze politiche di minoranza? Certo che no, e quindi ecco un fluviale comunicato dell’amministrazione, in cui si ricorre a tutti i più obsoleti strumenti dell’armamentario demagogico per non ammettere un fatto ovvio. In sostanza, ovviamente l’Amministrazione è alfiere e paladino della legalità (e ci mancherebbe! Quando poi è stato messo in dubbio?), al contrario di quelle precedenti, che erano ovviamente dedite al più becero clientelismo, e bla bla bla. Poi, noi vogliamo che la gente paghi le tasse (e per caso il Pd non lo vuole? E perché allora ha votato il nuovo regolamento delle entrate in Consiglio Comunale insieme alla maggioranza? E soprattutto, cosa c’entra questa ovvia petizione di principio con il fatto che vi si rammenta che è ingiusto privare chi non ha mezzi degli strumenti previsti dalla legge per mettere in condizione i propri figli di studiare?) Io non sono pregiudizialmente ostile agli atti dell’Amministrazione Cariello, li valuto nel merito e dico la mia di volta in volta, da ex consigliere comunale e da persona che ha – come tanti di noi – a cuore questa città. E devo dire che questa volta davvero è stato compiuto un enorme passo falso, sia per la scelta posta in essere, ma ancora di più per questa grossolana arrampicata sugli specchi fatta dall’amministrazione comunale per cercare di ributtare la palla nel campo dell’avversario. Non si amministra così, ci si assume la responsabilità degli errori e ci si confronta in modo sereno con una forza politica che – nel ruolo di opposizione che le compete – porta avanti la propria azione sempre con spirito costruttivo. Spero davvero che queste cadute di stile non si ripetano.

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