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Le emissioni eccessive dei motori diesel causano centinaia di vittime all'anno in Italia

I motori diesel che alimentano moltissimi veicoli in circolazione in Europa sono altamente inquinanti. Ed anche le autovetture più nuove, spesso, non rispettano i parametri che consentirebbero di ridurre al minimo il pericolo per le persone. Il problema maggiore è legato alle cosiddette microparticelle emesse dai motori diesel, che, liberatesi nell’aria delle nostre città, penetrano negli alveoli polmonari provocando gravi danni, soprattutto nelle persone già affette da patologie respiratorie. Vi sono studi che collegano all’eccesso di emissioni di ossidi di azoto e di altre sostanze inquinanti prodotte dai motori a gasolio, anche parte dell’incremento di alcune patologie cardiovascolari.

Quello che sta emergendo con certezza da numerose ricerche – in ultimo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Research Letters e curato dall’Istituto meteorologico norvegese e dall’istituto Liasa – è che c’è ancora oggi una forte discrepanza fra i valori delle emissioni inquinanti dichiarati dalle case costruttrici dei veicoli diesel e certificati con test di laboratorio, ed i valori di emissioni che nella realtà questi motori producono. Si è calcolato che sono circa 10.000, in Europa, i decessi collegati alle emissioni di ossido di azoto dei motori diesel, e che circa la metà sarebbero riconducibili all’eccesso di emissioni inquinanti rispetto a quanto dichiarato. Particolarmente grave la situazione in Italia dove, secondo questa ricerca, ogni anno si registrerebbero oltre 1250 decessi a causa dell’eccesso di emissioni di ossido di azoto. È un problema gravissimo, che va affrontato e risolto anzitutto attraverso politiche più rigorose nei confronti delle case automobilistiche, che continuano – nonostante il cosiddetto ‘Dieselgate’ che anni fa coinvolse negli Stati Uniti il gruppo Volkswagen – a effettuare test non affidabili sulle emissioni inquinanti dei motori. Ma è un problema che ha anche una forte matrice culturale: noi continuiamo a utilizzare in modo eccessivo e troppe volte superfluo le automobili, nel nostro paese è scarsa la consapevolezza del fatto che l’aria delle nostre città è troppo inquinata e spesso le chiusure al traffico temporanee ordinate dalle amministrazioni locali per arginare il problema sono vissute con fastidio. Il car sharing è poco sviluppato, l’utilizzo di biciclette ancor meno, anche a causa dell’assenza quasi totale di piste ciclabili. Scarsissimo anche l’utilizzo di auto elettriche o ad alimentazione ibrida. Dobbiamo fare tutti uno sforzo per marcare una inversione di tendenza, e io propongo che siano per prime le amministrazioni comunali a dare il buon esempio. Si potrebbe decidere, ad esempio, che tutte le amministrazioni comunali del Sele – e su questo sarebbe utile un impegno comune dei sindaci – sottoscrivessero un vero e proprio patto per l’ambiente, prevedendo sforzi congiunti per favorire l’uso di mezzi di trasporto ad impatto zero o comunque ridotto sull’ambiente. Partendo dall’impegno a sostituire il proprio parco veicoli, mano a mano che si procede alla rottamazione degli automezzi più vetusti, con auto ad alimentazione ibrida o elettrica. Ed impegnandosi a dotare le nostre città di colonnine di alimentazione per le auto elettriche, la cui assenza è il principale ostacolo alla diffusione di questi mezzi a bassissimo impatto ambientale nel Sud Italia.

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