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Un interessante confronto per dire no ai maltrattamenti e alle violenze domestiche

Si è svolto ieri un convegno – organizzato dal Rotary Club Campagna Valle del Sele e dal Rotary Club di Eboli – che mi riempie di orgoglio e che, contemporaneamente, mi apre ad una riflessione che voglio condividere con voi. Il convegno, che abbiamo voluto chiamare “Senza far rumore. No a maltrattamenti e violenze domestiche” ha offerto – grazie ai numerosi e qualificati ospiti e relatori intervenuti – uno spaccato di quello che ancora oggi, purtroppo, accade in moltissime realtà del nostro paese, nascosto per lo più in quella dimensione – la famiglia – che dovrebbe essere il luogo del ‘rifugio’, della tranquillità e dei sentimenti più nobili.

Ma – ed i fatti di cronaca purtroppo ce lo ricordano – a volte non è così. Il dibattito, dopo i saluti del sindaco di Eboli Massimo Cariello, è stato introdotto dalla responsabile dello sportello antiviolenza del Comune di Eboli, l’avvocato Gabriella Gallevi, che ha guidato la discussione lungo un percorso che ha raccontato quello che troppo spesso accade dietro le quinte, nei meandri oscuri di quella violenza di cui alcuni, troppi uomini si rendono protagonisti nei confronti delle loro mogli, dei figli, di altre persone indifese. Un primo spaccato ci è stato offerto dal libro di Michele Ferruccio Tuozzo – intitolato per l’appunto ‘Senza far rumore’ – che ha voluto narrare con sensibilità una storia tipica di violenza familiare, ripresa poi dal regista Luca Guardabascio nel video clip di presentazione di un prossimo cortometraggio dedicato all’argomento. Siamo passati, poi, a cosa possiamo fare per contrastare questa violenza, molto più subdola di altre vicende che siamo soliti leggere, purtroppo, sui giornali. In questo ci sono stati di grande aiuto l’attore e scrittore Claudio Madia, che si occupa di ‘educazione all’infanzia’, e poi la psicologa Elena Fattorusso, che ha spiegato quale sia il retroterra di preconcetti e subcultura che genera questo tipo di violenza. Analisi proseguita con il contributo della psicologa Stefania Lamberti, che invece ha voluto dare una vera e propria chiave di lettura psicoanalitica di ciò che avviene nell’animo di chi si predispone a compiere gesti così brutali ed efferati. Dalle parole del magistrato Roberto Penna abbiamo appreso che, per fortuna, le forze dell’ordine e la magistratura – anche grazie ai nuovi strumenti normativi – stanno perseguendo tutti i crimini di stalking e violenza con la massima priorità, riuscendo in questo modo quasi sempre ad evitare che essi sfocino in atti irrimediabili. A chiudere la mattinata di dibattito il contributo del sacerdote Padre Gerardo, in rappresentanza del Convento di San Pietro alli Marmi che ha ospitato il convegno, che ha dato la sua interessante chiave di lettura a quelle che sono le ragioni profonde di gesti di violenza così deprecabili. Nel convento, fra l’altro, è in corso – grazie all’appassionata opera dei volontari di Legambiente e di Franco Manzione e del nostro socio Rino Lauro – il restauro della preziosa biblioteca, che contiene anche alcuni preziosi testi del ‘500, e si è colta anche l’occasione per ricordare ai presenti di questa meritoria attività in corso. Ma – tornando all’argomento - la riflessione che mi è scaturita da questo dibattito è: cosa possiamo fare noi, in primo luogo noi rotariani che facciamo dell’impegno verso il prossimo una splendida bandiera, per contrastare ancor di più tutto questo? Dobbiamo aprirci ancor di più, io credo, mettere a disposizione – come abbiamo fatto in questa e molte altre occasioni – le nostre idee, le nostre competenze, le nostre professionalità ogni giorno. Dobbiamo fare in modo che il confronto su questi e molti altri delicati argomenti – penso all’integrazione, al diritto di chi è più debole di avere le nostre stesse opportunità – sia costante, e così l’attenzione. Perché ogni giorno in cui non si parla di questi argomenti è un giorno in cui chi vuole una società chiusa, retriva, sostrato perfetto dei comportamenti e degli istinti peggiori, sta segnando un punto a suo favore.

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