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Ad Eboli parte l'estensione della raccolta differenziata. Ma senza gara.

Questa settimana – dopo un po’ di tempo ed alcune novità intervenute – voglio tornare sull’argomento del rispetto dell’ambiente e del decoro cittadino, e quindi della raccolta differenziata. Sono state annunciate dall’Amministrazione Comunale proprio a questo riguardo novità importanti nelle scorse settimane. Si è deciso – ed è una scelta che io ritengo condivisibile – di estendere in via sperimentale la raccolta differenziata anche alle aree periferiche della nostra città. Questo significa che circa 2000 nuclei familiari che attualmente effettuavano la raccolta differenziata – nelle aree rurali e periferiche – con il sistema dei cassonetti stradali, dovranno passare nel corso delle prossime settimane al ben più efficace sistema del porta a porta. E’ una sfida importante, che andrebbe accompagnata da una efficace campagna non solo di informazione ma anche di sensibilizzazione casa per casa che sia rivolta a tutti i nuclei familiari interessati a questa novità, che cambia radicalmente le abitudini di chi deve affrontarla. L’amministrazione Cariello afferma – e noi saremo qui a verificare se questo avverrà - che grazie a questa estensione del porta a porta il livello della raccolta differenziata nella nostra città - che oggi è al 50 % - potrà arrivare al fatidico 65% previsto dalla normativa vigente. Io apprezzo lo sforzo messo in campo, pur non comprendendo appieno alcune cose che cercherò di spiegare brevemente. Come sappiamo, il servizio di igiene urbana ad Eboli è svolto, ormai da oltre un anno, in regime di proroga, in attesa del nuovo bando di gara. E, stando sempre a quanto dichiarato dai nostri amministratori comunali, il nuovo bando di gara sarà pubblicato da qui ad alcuni mesi. E’ un tempo lunghissimo e, pur approvando l’idea di dare luogo all’estensione della raccolta differenziata, non riesco davvero a capire perché non si sia data priorità alla elaborazione e pubblicazione del nuovo bando, anche in considerazione del fatto che si tratta di un servizio che – da solo – impegna quasi un terzo del bilancio comunale, per una spesa mensile che, fra smaltimento servizio di raccolta e isola ecologica, ha un costo per la collettività di oltre 500.000 euro mensili, di cui circa 340.000 per il servizio. Dico questo non per amore di polemica – la raccolta differenziata in un territorio esteso come il nostro per essere fatta e fatta bene ha dei costi elevati di per sé, ma soltanto perché – ragionando di cifre così consistenti – compito della politica doveva essere quello di dare indirizzo agli uffici di procedere nel più breve tempo possibile alla gara relativa alla gestione del servizio, pur nelle more delle varie modifiche che si stanno succedendo per quanto riguarda la normativa regionale di riferimento. In ogni caso, spero che nel nuovo bando di gara saranno previsti ulteriori miglioramenti al servizio di igiene urbana. Penso, ad esempio, alla installazione di isole ecologiche a scomparsa nel centro storico, unica soluzione a mio avviso per migliorare il decoro di quella importantissima area della nostra città. In ogni caso, pur evidenziando le criticità dell’azione amministrativa a questo riguardo, non ho alcun atteggiamento pregiudiziale riguardo alle intenzioni di chi attualmente governa Eboli di estendere il servizio di raccolta differenziata, e interverrò nuovamente, nelle prossime settimane, per analizzare se i risultati attesi dall’estensione del servizio si stiano effettivamente raggiungendo.

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Il diritto alla salute e la tutela dell'ospedale di Eboli: una priorità!

Questa settimana torniamo a parlare di sanità, in particolare vorrei riprendere il discorso relativo al piano sanitario regionale in via di definizione. Sono stati giorni concitati. Molto. La “Rete Unitaria delle Associazioni, dei Movimenti, dei Comitati Civici per la Sanità Pubblica” ha discusso degli effetti del nuovo Piano Ospedaliero predisposto dal commissario Joseph Polimeni e lo stesso tipo di analisi si è fatto in un incontro presso l’Aula Consiliare del Comune di Eboli con esponenti della politica locale bipartisan oltre che con rappresentanti dei sindacati e col direttore sanitario dell’Ospedale di Eboli. Si tratta, a mio avviso, di un Piano che, seppur esclude la chiusura del nostro ospedale, nulla fa per salvare dal baratro in cui politiche miopi ed interessate lo hanno cacciato il nosocomio ebolitano, e di certo non rende onore alle potenzialità del Maria Santissima Addolorata di Eboli che, si sa, è, proprio a causa di queste scelte sciagurate, finanziariamente in grande difficoltà. La politica di tagli dell’ex governatore di centrodestra della Campania, Stefano Caldoro, a quanto pare stanno trovando alcuni elementi di continuità anche nell’era – sotto molti altri aspetti molto migliore – del democratico Vincenzo De Luca. Abbiamo già sottolineato come il D.M. 70/2015 rinneghi nei fatti il Decreto Balduzzi ed i suoi parametri basati su popolazione e prestazioni erogate favorevoli al nostro territorio, e come i livelli LEA (Livelli essenziali Assistenza) definiti in tale decreto non siano proporzionati a quanto statuito ex lege per il nostro Distretto Sanitario. L’attuale Piano Sanitario, per la provincia di Salerno, prevede tre DEA di primo livello (Dipartimento di Emergenza e Accettazione) che sarebbero gli ospedali di Salerno, Nocera Inferiore e Vallo della Lucania. Verranno invece ridimensionati gli ospedali di Roccadaspide, Polla e Sapri mentre ad Agropoli resterà uno Psaut ,ovvero un servizio di prestazioni di primo soccorso territoriale privo di posti letto. L’Ospedale di Eboli resta nelle rete dei pronto soccorso e dovrebbe vedersi potenziate le discipline chirurgiche e mediche oltre a essere riconosciuto come hub di I livello nella rete cardiologica essendo dotato di emodinamica. Nel 1971 il Maria Santissima Addolorata aveva ben 611 posti letto, qualificandosi come punto di riferimento assistenziale per una vastissima area geografica ed inglobando grandi professionalità oltre che reparti specialistici, negli anni ’90 veniva classificato come DEA di I livello con circa 300 posti letto, ora diviene presidio ospedaliero di base con 158 posti letto. Lo ribadisco con estrema forza, la politica locale, regionale, nazionale, deve tutelare il diritto alla salute dei propri cittadini. Il sindaco Cariello e la sua amministrazione si devono fare veri promotori di azioni rivolte alla salvaguardia dell’assistenza sanitaria sul territorio e soprattutto devono pretendere che venga rispettato quanto previsto dal famoso decreto n. 49 del 2010. Si era aperta l’ipotesi di un possibile ricorso al TAR da parte dei primi cittadini che afferiscono all’area interessate e che sarebbero dovuti confluire nell’oramai futuristico Ospedale Unico della Valle del Sele. Il ricorso impugnerebbe il Decreto 33 del commissario Polimeni nella parte inerente la spendig review sanitaria, che è stata predisposta senza tenere in debita considerazione gli articoli 3 e 32 della Costituzione. Se la risposta a tale ipotesi è stato non il confronto ma l’assenza dei sindaci del comprensorio a questo incontro estremamente delicato e importante, beh, bisogna purtroppo ammettere che lo sconforto potrebbe prendere il sopravvento. La vasta estensione territoriale consente di avere da un minimo di 8 a un massimo di 13 punti di assistenza nel sistema emergenza-urgenza. Riguardo a questo aspetto, il nuovo piano ospedaliero offrirebbe al territorio 14 punti di accesso alla rete di emergenza-urgenza con un rapporto pari a 1 punto di accesso ogni 92 mila abitanti. L’ospedale Ruggi D’Aragona viene classificato come DEA di II livello al servizio dell’intera provincia con l’acquisizione di nuove discipline quali Odontoiatria, Chirurgia plastica, Reumatologia, Immunologia e centro trapianti, Unità spinale, Neuroriabilitazione. L’ospedale di Salerno si pone come hub nella rete ictus, hub di II livello nella rete cardiologica nonché centrale operativa CTS in quella traumatologica. I presidi di Vallo della Lucania e di Nocera Inferiore sono individuati come DEA di I livello, il primo a servizio dell’area Sud di Salerno il secondo a Nord della provincia. Come già proposi diverso tempo fa, l’ospedale di Eboli può e deve essere inserito come spoke ictus per la diagnosi e la gestione del paziente con ictus. Il sindaco Cariello pretenda questa variazione, le condizioni ci sono! L’amministrazione comunale si batta affinché il nostro nosocomio non venga distrutto – e non per una battaglia di campanile ma perché tutt’oggi ha un bacino di riferimento vastissimo - ma soprattutto affinché vengano rispettati i principi costituzionali che sanciscono e tutelano il diritto alla salute per tutti i cittadini.

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Il Pd riparte da un importante approfondimento sul caso Moro

Questa settimana ho deciso di prendere spunto dalle riflessioni lanciate dall'onorevole Gero Grassi in occasione del dibattito sui 55 giorni che hanno segnato per sempre la storia della Repubblica Italiana con il sequestro e poi l'uccisione di Aldo Moro. A Eboli, per il convegno organizzato dal locale circolo del Pd, il vicepresidente del gruppo del partito alla Camera dei Deputati Gero Grassi - componente della Commissione Parlamentare d’indagine sul 'Caso Moro' dal 9 aprile 2013 - ha posto l'attenzione, come da anni fa tenendo iniziative simili in tutta Italia, su chi e perché ha ucciso Aldo Moro. Sono davvero molto importanti queste occasioni di approfondimento e di riflessione su quello che si è posto, e si pone, come un momento cruciale e tragico che lascia ancora tanti interrogativi e dubbi irrisolti. Così come importante per il partito in cui milito ritengo sia stato ripartire da temi così profondi, legati non solo a un aspetto strettamente culturale ma soprattutto storico, di identità nazionale ma che ha anche delle chiare e forti ricadute sui contesti locali, sulle comunità intese innanzitutto quali luoghi di condivisione di ideali, di valori che restano saldi, che rafforzano il sentire comune, che consentono di riscoprirsi uniti. Oggetto della serata è stata la ricostruzione della vicenda del Presidente DC, rapito e ucciso dalle Brigate Rosse, attraverso i documenti di Stato, gli atti della Commissione Moro II e un video dedicato. Promotore della legge istitutiva della Commissione d'inchiesta sulla strage dí via Fani e sull'omicidio del Presidente DC, é stato bello aver appreso che Gero Grassi ama definirsi l'ultimo moroteo 'in servizio'. Fermamente convinto che la verità sul caso Moro non è ancora emersa, ritiene sempre valida l'espressione di Carlo Bo, Rettore dell'Università dí Urbino, che parla, nel 1979, di 'Delitto di abbandono' convinto che ci sia bisogno di dare giustizia ad un uomo e consegnare ai cittadini un'Italia più civile, più democratica, più libera, più sicura. Sono passati 36 anni dal 16 marzo 1978, data del rapimento di Aldo Moro e dell’omicidio dei cinque uomini della sua scorta in via Fani a Roma. Di lì a meno di due mesi - il 9 maggio 1978 -sempre a Roma, in via Caetani, fu ritrovata la Renault rossa con il corpo senza vita del Presidente della Democrazia Cristiana. L’omicidio di Aldo Moro, per la drammaticità dell’evento e per i lunghi 55 giorni di agonia, ma anche per la vasta e duratura eco che ha avuto sui media, è senza ombra di dubbio un evento straordinario ed unico nella storia della Repubblica Italiana. Su Aldo Moro e sulla sua vicenda umana e politica sono stati scritti oltre mille libri. Sono stati prodotti diversi film e girati una infinità di documentari e servizi giornalistici. Si sono svolti cinque lunghissimi processi. Il Parlamento nel 1979 ha istituito la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e sull’assassinio di Aldo Moro, cui poi nel corso degli anni si è sostituita la Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi del 1992, 1994, 1996, 2001. I lavori di queste commissioni parlamentari hanno prodotto una trentina di relazioni ed oltre 150 volumi. Una quantità immensa di documenti dai quali, purtroppo, nonostante gli anni intercorsi, non emerge ancora la completa verità sull’intera drammatica vicenda che ha condotto – lungo un periodo durato oltre un ventennio – questo paese nel tunnel di azioni terroristiche di varia matrice politica, con il supporto spesso di organizzazioni mafiose e degli apparati deviati dei servizi segreti italiani, etero diretti con ogni evidenza da pezzi dei vertici dello Stato inquinati e dalle interferenze di potenze straniere. Sono certo che ci saranno altre iniziative, altre occasioni come questa di approfondimento su temi di attualità nazionali quanto locali. Momenti di riflessione, con spirito critico e autocritico mai propagandistico ma per continuare a crescere come comunità oltre che come formazione politica. Se questa, come credo, è la strada che si sta intraprendendo, io vedo un Partito Democratico qui ad Eboli che, dopo anni di assenza dovuta a scelte improvvide dei gruppi dirigenti, ritrova la propria capacità di azione politica, di ascolto della comunità e di intervento sulle vicende che davvero sono di interesse per tutti. Andiamo avanti così.

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Approfondimenti sul bilancio comunale: il piano triennale dei lavori pubblici.

Come promesso anche questa settimana approfondiremo un aspetto relativo al bilancio di previsione approvato dall’amministrazione comunale Cariello. Focalizzeremo l’attenzione, in questo caso particolare, sul piano triennale dei lavori pubblici, che è il documento con cui il bilancio preventivo deve essere in stretta coerenza sia formale sia sostanziale, così come dovrebbe esserlo con gli strumenti di programmazione di mandato quali il documento unico di programmazione (DUP) ed coi principali atti di programmazione di settore come, ad esempio, la programmazione del fabbisogno del personale, il piano delle alienazioni e di valorizzazione del patrimonio immobiliare, eccetera. Riguardo al programma triennale delle opere pubbliche, come già accennato in un articolo precedente, stando alla relazione del collegio dei revisori dei conti del comune di Eboli, difficilmente l’ente riuscirà a realizzare quanto indicato poiché condizionato dalle fonti di finanziamento esterne e dalla scarsa capacità di approntare tutti gli atti necessari al buon esito dei finanziamenti. Da questa prima analisi, leggendo la documentazione, viene facile dedurre che manchi totalmente una visione di città che abbia una previsione, una mission, obiettivi di lungo periodo. Anche nel breve termine, a onor del vero, non si registrano proposte particolarmente innovative né di grande valore. Tra gli interventi previsti per l’anno 2016 sono stati preventivati 300 mila euro di finanziamento quali oneri di urbanizzazione per la costruzione di un serbatoio e per la ristrutturazione della rete idrica in località Madonna del Carmine. La situazione di quella zona della città è davvero drammatica. Nelle vasche di raccolta delle acque i residenti hanno spesso denunciato il ritrovamento di topi in avanzato stato di decomposizione. Quell’acqua è la risorsa idrica che approvvigiona le famiglie del quartiere. Oltre ad essere un problema serio di carattere igienico-sanitario, il paradosso risiede nel fatto che in quella parte collinare di territorio non ci sia acqua potabile, la rete idrica comunale non arriva. Vi sono due vasche di raccolta che contengono le acque provenienti da sorgente e che arrivano nei rubinetti dei residenti che, privatamente, disinfettano l’acqua prima di farla entrare in casa. E’ sconcertante! Molte delle opere inserite nel triennale, inoltre, sono mere ripetizioni di previsioni già contemplate nel documento precedente e quindi già adottate da chi ha amministrato la città prima dell’attuale sindaco. Non c’è nessuna prospettiva, nessuna visione innovativa di città, nessuna visione che dia quantomeno l’idea di una svolta, di un cambiamento non dico radicale ma almeno ipotizzato. All’anno 2016, estremamente timido sotto il punto di vista delle proposte, fanno da contraltare le voci inserite per gli anni 2017 e 2018 che una idea la danno, sì, ma è quella di un futuribile libro dei sogni! Nell’intero documento, per la maggior parte dei casi, sono stati letteralmente riciclati vecchi progetti già previsti dalle precedenti amministrazioni e per i quali tutte le voci di finanziamento sono legate a Pon e Fondi Strutturali Europei. Per altri si tratta di fondi ministeriali già contemplati, come ad esempio i 700 mila euro previsti dal Ministero delle Infrastrutture nell’ambito del Piano Città per la costruzione di rotatorie lungo l’asse viario che comprende la Statale 19, località Epitaffio e zona Cimitero. Unica nota che sembrerebbe portare un elemento di novità riguarda i paventati finanziamenti statali per le periferie degradate, che l’amministrazione ha ipotizzato di far confluire sulla riqualificazione del centro sportivo Spartacus di Santa Cecilia e dell’area circostante, ricomprendendovi l’ipotesi di realizzazione di piazze e parcheggi ed un intervento di edilizia scolastica per un importo pari a 2 milioni di euro per il 2016. Il piano triennale delle opere pubbliche dovrebbe prevedere un ordine di priorità che tenga conto dei lavori di manutenzione, del recupero del patrimonio esistente, del completamento dei lavori già iniziati, dei progetti esecutivi approvati, degli interventi per i quali ricorra la possibilità di finanziamento con capitale privato maggioritario. Devo, purtroppo, constatare, che da quanto analizzato si è riscontrato poco o nulla dei punti sopra citati. Da anni, ad esempio, il comitato "Togliamoci l'amianto dalla testa" ha denunciato la presenza di eternit a copertura di diverse strutture pubbliche della città. Perché non si ha la lungimiranza di pensare - la butto lì - a un progetto di finanza che sia volto alla bonifica dall'amianto del foro boario, luogo in cui immaginare, come più volte ho proposto, la realizzazione di una piscina comunale grazie alla quale si renderebbe località Serracapilli un polo sportivo straordinario dove poter svolgere molteplici e diversificate discipline? Su cosa questa amministrazione abbia voluto puntare con un tale piano triennale legato ai lavori pubblici non è molto chiaro dato il vuoto di idee e prospettive. Staremo a vedere e, statene certi, ve ne daremo nota!

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Approfondimenti sul bilancio comunale: la Polizia Municipale e la sicurezza cittadina.

Anche questa settimana – come preannunciato – intendo approfondire il tema del bilancio, in particolare per quanto riguarda alcune voci che mi hanno incuriosito in considerazione della loro connessione con tematiche di straordinaria attualità. E’ di questi mesi, difatti, la polemica sulla situazione della sicurezza nella nostra città. Polemica non senza fondamento, giacché numerosi sono – sia in centro sia in periferia – gli episodi criminosi. A questo proposito io – se fossi ancor oggi un componente del consiglio comunale o se fossi investito dai cittadini dell’onore e dell’onere di amministrare questa città avrei ben presente che – a fianco della microcriminalità che pure desta preoccupazione – vi sono segnali evidenti, nei fatti di cronaca che leggiamo, di una possibile recrudescenza di fenomeni criminali ben più gravi e dalle conseguenze potenzialmente disastrose. E su questo mi auguro che l’Amministrazione Comunale, insieme alle forze dell’ordine, tenga ben alta la soglia dell’attenzione e della vigilanza. Certo una amministrazione comunale – pur essendo il sindaco responsabile ultimo dell’ordine pubblico – non ha poteri diretti, fatta salva l’azione della Polizia Municipale, per sanzionare le condotte nocive per la collettività. Ma la sua azione è in ogni caso molto importante, sia in termini di monitoraggio e di denuncia, sia in termini di coordinamento – attraverso la partecipazione dei vertici amministrativi al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presso la Prefettura. Altro ruolo fondamentale e delicato, che attraversa il tema della sicurezza ma che per sua natura riguarda molte altre attività indispensabili a prevenire la recrudescenza sul territorio comunale di fenomeni criminali, è quello del saper mettere in campo azioni di prevenzione: lotta alla dispersione scolastica, servizi sociali adeguati, educazione alla legalità e contrasto ai paradigmi di vita criminale; ed in questo una amministrazione comunale attenta e sensibile può fare molto. Come può fare molto – e su questo pure vorrei tornare più specificamente in un altro articolo – sul riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, che molto spesso vengono affidati ai comuni per un successivo riutilizzo a fini sociali o di pubblica utilità. Ma torniamo ai numeri del bilancio, e proprio a questo riguardo mi sarei aspettato maggiore incisività nell’azione amministrativa – e nella necessariamente correlata previsione di spesa – riguardante la sicurezza pubblica, anche in termini di più radicale potenziamento della Polizia Municipale, il cui organico è drammaticamente sottodimensionato a fronte di un territorio da controllare vastissimo, che ha una sede indecorosa e che viaggia su auto estremamente vetuste. Ma, oltre a queste considerazioni di carattere più generale, è proprio per quanto riguarda le specifiche poste in bilancio sulla sicurezza e sugli introiti delle sanzioni che nutro dei dubbi, che proverò a spiegare con semplicità. L’Amministrazione Comunale ha previsto introiti da sanzioni amministrative, per l’anno 2016, per euro 400.000 per quanto riguarda le violazioni al Codice della Strada, e ha previsto di accantonare il 10,69 % di questa cifra – cioè 42.780 euro – al fondo crediti di dubbia esigibilità, previsto e normato dalla legge al fine di prevenire il rischio che minori introiti di bilancio rispetto a quanto previsto alterino gli equilibri contabili degli enti locali. Peccato che, da quanto risulta dalla delibera di Giunta n. 137 del 22 aprile 2016, tale accantonamento del 10,69% non sia stato fatto – come prevedono i moderni principi contabili e pur trovandoci in presenza di dati storici di confronto – sulla base di quanto realmente incassato, ma soltanto sulla base di una previsione contabile. In sostanza il Comune, pur sapendo quanto mediamente negli anni scorsi ha incassato dalle multe, preferisce effettuare una stima degli accantonamenti puramente teorica, almeno per quanto riguarda le sanzioni al codice della strada, correndo così il rischio di non trovarsi, a fine anno, su quanto realmente incassato. Ci aspetteremmo, su questi argomenti delicati, una maggiore attenzione da parte dell’ente, anche perché un errore di questa natura rischia seriamente di compromettere la capacità di spesa dell’ente – già minima – su attività che sono di rilievo fondamentale, visto che è anche e soprattutto da questi proventi che la Polizia Municipale rinviene le risorse per le sue importanti attività d’istituto. Nel corso dei prossimi articoli vorrei occuparmi di altri interessanti aspetti del bilancio comunale, convinto come sono che la possibilità di una corretta conoscenza – da parte dei cittadini – degli atti amministrativi di maggiore rilievo è uno dei veri grandi fattori di controllo e di garanzia di democraticità delle scelte che chi ci governa compie ogni giorno, troppo spesso al nostro posto invece che nel nostro interesse.

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Il Bilancio di previsione elemento strategico di programmazione per Eboli

Venerdì scorso il consiglio comunale di Eboli si è riunito in assise per discutere e approvare il bilancio di previsione 2016 ed il Documento Unitario di Programmazione 2016-2018. Il bilancio di previsione è uno strumento di programmazione finanziaria, contenente le previsioni di entrata e di spesa relative al triennio di riferimento; esso costituisce, quindi, un documento di programmazione di medio periodo che riporta l'analisi dettagliata delle risorse necessarie alla realizzazione delle attività, dei progetti e dei programmi previsti per il triennio. Il bilancio di previsione deve essere redatto osservando i principi contabili e rispettando la struttura fissata dalla legge, è strutturato in due parti in cui sono illustrate, relativamente all'esercizio considerato, le entrate che si prevede di accertare e le spese che si prevede di impegnare. Il bilancio comunale comprende le previsioni di competenza e di cassa del primo esercizio del periodo considerato – in pratica per l’anno in corso - e le previsioni di sola competenza per gli esercizi successivi. Mi è sembrato, quindi, doveroso soffermarmi su questo importantissimo argomento, che questa settimana sarà oggetto di una riflessione preliminare e di carattere generale. Nelle prossime settimane intendo, invece, dedicarmi a degli approfondimenti relativi a singoli capitoli del piano di programmazione economica del comune. Il bilancio preventivo non è una semplice previsione di quello che sarà il futuro dell’ente ma - come accennavo prima - uno strumento fondamentale di programmazione, che deve essere utilizzato per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica e che di conseguenza incide profondamente sul nostro vissuto quotidiano. Per il Comune il bilancio di previsione è uno strumento fondamentale di programmazione e controllo, redatto annualmente ed all’interno del quale gli organi di governo dell’ente, nell’ambito della propria funzione di indirizzo e di programmazione, definiscono la distribuzione delle risorse finanziarie tra i programmi e le attività che l’amministrazione intende realizzare. Tutto questo diviene ancora più rilevante oggi, alla luce delle nuove modalità di contabilità pubblica (D.Lgs 118/2011), che prevedono, fra l’altro, una maggiore aderenza alla realtà fattuale dei meccanismi di previsione, attraverso un puntuale confronto fra cassa e competenza. Nel corso di quest’anno, infatti, il comune dovrà adeguarsi - mediante una armonizzazione contabile volta ad aggiornare le procedure informatiche e di lavoro necessarie per la corretta tenuta della contabilità economico-patrimoniale, - ai nuovi principi contabili della pubblica amministrazione. Il Comune deve , fra l’altro, redarre il proprio bilancio consolidato tenendo conto del bilancio degli enti subordinati e delle società partecipate. Entro e non oltre il 4 luglio, invece, il consiglio comunale della nostra città, dovrà approvare il bilancio consuntivo o rendiconto della gestione. Questa tipologia di documento finanziario, a differenza del primo documento, certifica le entrate e le spese effettivamente sostenute dalla gestione comunale, ed il suo scopo è quello di verificare la corrispondenza o meno delle previsioni di spesa con quanto poi effettivamente accaduto nel corso dell'anno di riferimento. Tornando al bilancio di previsione, in linea generale, da una prima analisi emerge che ci dovrebbe essere una diminuzione della tassa dei rifiuti soltanto a partire dal 2017, nonostante l’avvio dell’impianto di compostaggio che doveva portare a maggiori risparmi già da quest’anno. Il costo del servizio è pari – nel complesso - a oltre 7 milioni di euro e dal gennaio 2015 lo stesso viene gestito in proroga. Come già sottolineato in un articolo precedente, quando il comune di Eboli intenderà provvedere alla gara di pubblico affidamento? Secondo il preventivo, inoltre, il 70% degli incassi dovuti alle multe della polizia municipale – quantificati in circa 400.000 euro cui va sottratta la quota del 10,69% che prudenzialmente viene accantonata come credito di dubbia esigibilità - sarà destinato a incrementare la spesa legata alle misure di sicurezza sul territorio, alla viabilità e alla segnaletica stradale. Il Bilancio di Previsione deve essere coerente con gli strumenti di programmazione di mandato, con il documento unico di programmazione (DUP) e con gli atti di programmazione di settore come, ad esempio, il piano triennale dei lavori pubblici, la programmazione del fabbisogno del personale, il piano delle alienazioni e valorizzazione del patrimonio immobiliare, tanto è vero che è prassi approvare alcuni di questi documenti contestualmente al bilancio. Nella relazione redatta dal collegio dei revisori dei conti del comune di Eboli sull’esercizio finanziario di programmazione 2016-2018, i tecnici – nominati da qualche anno dalla Prefettura previa sorteggio fra professionisti abilitati - sottolineano che, qualora dalla vendita di beni soggetti ad alienazione l’ente riesca a introitare maggiori incassi, coperta la quota del disavanzo, questi debbano essere destinati all’estinzione anticipata dei mutui. Con delibera di giunta comunale n. 132 del 14 aprile 2016 l’amministrazione Cariello ha approvato un piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari per un importo pari a 7 milioni e 300 mila euro destinato al finanziamento degli investimenti che risulta, di fatto, difficilmente realizzabile, secondo quanto sottolineano dai revisori ed anche, purtroppo, secondo quanto ci conferma l’esperienza ed il buon senso. Nel documento finanziario – inoltre – vi sono diverse criticità, sulle quali torneremo puntualmente e tematicamente nel corso delle prossime settimane. In questa sede mi limito soltanto ad accennare una anomalia relativa alla quantificazione del fondo crediti di dubbia esigibilità: i revisori segnalano, infatti, che il metodo di determinazione utilizzato – per quanto riguarda in particolare le sanzioni – non è parametrato basandosi sul criterio storico, pur essendo disponibili i dati di confronto, e ciò va in contrasto con le linee guida dettate dai principi contabili. Dalla relazione si evince, inoltre - cosa che ritengo davvero molto grave - che l’Amministrazione Comunale non ha ancora adottato il piano triennale di contenimento delle spese, come previsto dalla Legge n. 244/2007, e che la nota integrativa al Bilancio di Previsione 2016 è incompleta nel contenuto minimo richiesto dalla normativa. Per quanto riguarda il DUP, ancora una volta i revisori nella relazione sottolineano il fatto che esso non doveva essere sottoposto al consiglio comunale direttamente nella fase di approvazione del bilancio e che tale operato non collima con le nuove disposizioni dettate dai principi contabili, poiché la norma prevede che solo la nota di aggiornamento può essere presentata contestualmente al Bilancio di Previsione. Per di più, il DUP allegato all’esercizio finanziario di previsione è generico in materia di indirizzi relativi agli organismi, agli enti strumentali e alle società partecipate dell’ente. Riguardo al programma triennale dei lavori pubblici, secondo il collegio dei revisori, difficilmente il comune riuscirà a realizzare quanto indicato, poiché soggetto ad una consistente dipendenza finanziaria da fonti esterne e condizionato dalla capacità dell’ente di porre in essere tempestivamente tutti gli atti necessari. In merito alla gestione diretta dei parcheggi da parte del Comune per via del fallimento della Eboli Multiservizi, i revisori attestano che la stessa è svolta provvisoriamente con poche risorse e senza alcun tipo di programmazione. Questo ovviamente compromette la qualità del servizio rendendolo poco efficace, efficiente ed al contempo antieconomico. Dalla verifica del bilancio 2014 della Eboli Patrimonio, società attualmente messa in liquidazione per impossibilità di conseguimento dell’oggetto sociale, risulta una perdita di esercizio pari a 350 mila euro. Il comune, nell’avanzo di amministrazione, ha vincolato la somma di 3 milioni e 900 mila euro per il credito residuo a seguito dell’operazione di cartolarizzazione dei beni comunali, operazione ritenuta non realizzabile dai tecnici che compongono il collegio dei revisori. Rispetto al Piano di Riequilibrio pluriennale, è stata evidenziata una palese difficoltà del comune nel ridurre la spesa corrente, aumentare le entrate correnti, pianificare risparmi sulla spesa del personale e prevedere un piano di rientro dall’anticipazione di cassa con progressiva ricostruzione dei fondi vincolati. Con delibera di consiglio comunale n. 19 del 2 aprile 2016 l’Amministrazione, infine, ha approvato la rimodulazione della restituzione in 30 anni del fondo di rotazione, iscrivendo nel bilancio di previsione una quota pari a 290 mila euro a titolo di rata annuale. Tutto questo per restituire allo stato quanto anticipato anni or sono per evitare il dissesto finanziario. Tale rimodulazione necessita dell’approvazione da parte dal Ministero delle Finanze e nel caso ciò non avvenga, ossia, se il piano di ammortamento non dovesse essere ritenuto idoneo, il comune, per poter onorare i propri impegni, dovrà effettuare una variazione in bilancio con conseguente riduzione delle spese correnti. Nelle varie prescrizioni da parte del collegio dei revisori, i tecnici invitano l’amministrazione Cariello, infine, a porre particolare attenzione nell’attuazione del piano operativo di razionalizzazione degli organismi e società partecipate, al monitoraggio dei debiti fuori bilancio ed altre eventuali passività, nella stima del fabbisogno finanziario per assicurare la copertura ed il rispetto dei vincoli di finanza, e nella gestione del recupero delle somme relative agli oneri di esproprio dovuti dagli assegnatari dell’Area Pip. Nelle prossime settimane analizzeremo insieme singoli aspetti del Bilancio di Previsione in un percorso di approfondimento che consenta di avere le idee anche solo un po’ più chiare rispetto a un documento senz’altro formale, ma che ha anche una elevata importanza concreta per un’amministrazione pubblica. Un documento – purtroppo – nel caso di Eboli con evidenti tratti generici e che in alcuni suoi aspetti - come il piano triennale delle opere pubbliche allegato - sembra somigliare un po’ troppo ad un libro dei sogni.

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Tentativi subdoli di sabotare l'ospedale di Eboli?

Questa settimana mi corre l’obbligo morale, da cittadino, e professionale, da medico, di tornare sul tema della sanità. La storia purtroppo si ripete, troppo spesso amaramente. Proprio nel mentre – se pure con tanti limiti – si iniziava ad intravedere un percorso per l’ospedale di Eboli, giunge notizia di altri interventi volti a delegittimare l’ospedale Maria Santissima Addolorata di Eboli. Un altro tentativo di depotenziamento della struttura, difatti, è partito da qualche tempo, e cercherà di colpire, in modo subdolo, la nostra struttura sanitaria, per decenni fiore all’occhiello del comprensorio e da diversi anni destrutturata, messa sotto assedio da parte di una politica miope e demolitrice. Con l’atto deliberativo n° 790 del 5/08/2014, infatti, l’ex Direttore Generale dell’Asl Antonio Squillante diede incarico di affidamento per lo svolgimento di verifiche sismiche per gli Ospedali di Eboli, Scafati e Sapri, approvando uno specifico bando per conferire tale incarico a professionisti esterni per una spesa pari a ben 112.650 euro. Soldi sprecati, allora come oggi, se si tiene conto che un ente appositamente preposto come la Protezione Civile, ha già redatto un documento, un vero e proprio censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia, che specifica scrupolosamente ogni criticità. Per questo stesso motivo lascia sgomenti la scelta – se confermata - dell’attuale struttura Commissariale dell’Asl di dare seguito a quel deliberato con un ulteriore atto, precisamente la delibera n° 698 del 19/05/2016, con la quale si dà incarico di procedere a verifiche sismiche per gli Ospedali di Eboli e Sapri. Come precisa in una sua nota le RSU Cisl Funzione Pubblica, “questo rappresenterebbe un elemento di garanzia e di sicurezza se non fossero mai stati effettuati studi sulla vulnerabilità sismica degli edifici pubblici e strategici. Ma come ben dovrebbero sapere gli uffici tecnici preposti dell’Asl, già all’inizio degli anni 2000 vi è stato uno studio approfondito della Protezione Civile, redatto con il supporto del professor Franco Barberi, per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un lavoro durato diversi anni, e che ha impegnato il fior fiore della classe ingegneristica e tecnica della protezione civile italiana. Centinaia di ingegneri, geologi, geometri e personale altamente specializzato, che hanno messo a nudo tutte le crepe degli edifici pubblici della Italia meridionale”. Il rammarico sta proprio nel fatto di percepire ancora oggi gli strascichi di un clima di ostilità verso il nostro territorio già abbondantemente martoriato dal punto di vista della sanità. Senza dimenticare che il Ministero della Salute dedica già di suo particolare attenzione al tema della sicurezza sismica degli ospedali e della gestione intraospedaliera dell’emergenza in caso di evento sismico. Ancora più grave appare questo ulteriore tentativo di attacco se si pensa che lo studio redatto dalla Protezione Civile Nazionale classifica l’ospedale di Eboli come a rischio medio/basso di vulnerabilità sismica per il 70% della struttura a fronte dell’ospedale di Battipaglia che invece è classificato a rischio sismico “medio/alto”. Nonostante questo, il Maria Santissima Addolorata riceve un interessamento prioritario rispetto ad altre strutture. Se di controlli e di sicurezza si parla, perché questi non si estendono a tutte le strutture sanitarie della provincia di Salerno invece che disporle solo per Eboli e Sapri? L’amministrazione comunale, il senatore Cardiello ed i rappresentanti del mio partito – un appello a questo proposito lo rivolgo anzitutto al Deputato Pd Antonio Cuomo, che sono certo vorrà accoglierlo - devono andare a fondo della vicenda e sostenere in tutte le sedi opportune la difesa del nostro ospedale, anche contro tentativi – che vengono dal passato – di portare avanti atti che sono chiaramente immotivati e dal vago sapore persecutorio verso il nostro nosocomio.

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