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Emergenza sangue in Lazio: donare è ancora più importante

Questa settimana le mie considerazioni traggono spunto da un fatto molto grave, che sta interessando Anzio e parte di Roma. Nel corso degli ultimi giorni, infatti, sono stati accertati nell’area di Anzio ben 17 casi di Chikungunya, una patologia non comune in Italia, trasmessa dalle cosiddette zanzare tigre. La malattia di per sé non deve scatenare eccessivo allarme. Di solito non provoca particolari conseguenze ed il suo decorso ha una durata, in genere, di alcune settimane. Né deve preoccupare il focolaio: nel corso degli anni – pur essendo una patologia di solito maggiormente presente nelle aree caraibiche – numerosi sono stati i focolai registrati nel nostro paese, l’ultimo alcuni anni fa in Emilia Romagna, a causa della relativa diffusione in Italia del tipo di zanzara che può essere veicolo della trasmissione all’uomo della Chikungunya.

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Successo per la XIV edizione della Maratona di Padre Pio

La quattordicesima edizione della Maratona di Padre Pio si è svolta, partendo da San Giovanni Rotondo e giungendo ad Eboli con un percorso di oltre 200 km che ha attraversato numerosi comuni della Puglia, della Basilicata e della Campania, sabato e domenica scorsi. La maratona è organizzata da Free Runner, l’associazione sportiva ebolitana che ho l’onore di presiedere da diversi anni. Ogni anno dedichiamo la maratona – ed i soldi che sono raccolti grazie alla vendita delle magliette ed al contributo dei numerosi sponsor – ad una iniziativa di rilievo sociale.

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Cosa fare al ritorno dalle vacanze per stare meglio

Chi di noi, terminate le vacanze, non risente del cosiddetto “stress da rientro”? Si tratta di una sensazione di malessere diffuso, spesso determinata dal troppo rapido rientro negli schemi della routine quotidiana. Anche per questo motivo è buona norma sottoporsi, al rientro dalle vacanze – in considerazione, oltretutto, degli eccessi alimentari che spesso contraddistinguono questo periodo – ad alcuni semplici controlli medici. Cosa si può fare, allora, per stare più tranquilli e per prepararsi alla stagione autunnale? Innanzitutto, può essere utile sottoporsi alle più comuni analisi del sangue: controllo dei valori della glicemia e del colesterolo, transaminasi, tutti gli esami più comuni, che è comunque utile effettuare almeno una volta all’anno, soprattutto dopo i 35-40 anni di età. Chi, poi, ha la carnagione particolarmente delicata e magari si è sottoposto ad una esposizione prolungata ai raggi solari – in particolar modo se non ha utilizzato una adeguata protezione – oppure chi ha numerosi nei, può sottoporsi ad una visita dermatologica.

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La prevenzione è fondamentale per preservare la nostra salute. Parte lo screening del tumore al colon retto nel distretto sanitario di Eboli.

Per mantenere un buono stato di salute, è indispensabile non solo mantenere corretti stili di vita, astenendosi dal fumo, da abitudini alimentari sbagliate, dall’eccesso di alcol. È utile mantenere uno stile di vita attivo, svolgendo con moderazione e costanza attività fisica. Ma è indispensabile anche, soprattutto in età adulta, sottoporsi a dei controlli periodici del proprio stato di salute. È importantissimo, quindi, controllare periodicamente alcuni valori che sono indicativi, se negativi, della possibile insorgenza delle patologie più comuni, come la pressione arteriosa e la glicemia. L’ipertensione interessa una vasta parte della popolazione adulta e, se non mantenuta sotto controllo con le opportune cure, può portare a seri problemi relativi all’apparato cardiocircolatorio. Il diabete, che è strettamente collegato al nostro modo di alimentarci, sta diventando uno dei grandi mali del secolo, ed interessa nelle sue varie forme in Italia quasi il 7 % della popolazione, ed un controllo costante dei valori glicemici è fondamentale per prevenire o per affrontare per tempo o per controllare l’insorgere della patologia. Un’altra cosa che è fondamentale è – a seconda della fascia d’età, del sesso, dello stato di salute generale – sottoporsi a degli screening relativi a patologie che, se curate in tempo, hanno una significativa probabilità di guarigione. Ed in questo è fondamentale il ruolo di noi medici di base, in coordinamento con le autorità sanitarie. In queste ultime settimane, l’Asl Salerno ha disposto che alcuni cittadini, seguiti dai medici di base, possano sottoporsi ad un particolare screening, quello per l’individuazione precoce del tumore del colon retto. Questa forma di tumore è il più diffuso in Italia, ed in particolare è il più comune nelle donne dopo il tumore al seno. Questo tumore quasi sempre trova origine da tumori benigni, detti polipi adenomatosi, che si formano a causa del proliferare della mucosa intestinale, e che impiegano molti anni, anche 15, per trasformarsi in forme tumorali maligne. Ed è in questo periodo di tempo che, con degli esami diagnostici, possono essere individuati. Il più semplice è l’analisi della presenza di sangue occulto nelle feci, poiché questi polipi tendono a sanguinare e a provocare il rilascio di una traccia ematica facilmente individuabile. Ed è proprio questo tipo di esame che l’Asl Salerno ha deciso di proporre alle fasce di popolazione più a rischio, in collaborazione con noi medici di base, un primo esame non invasivo e del tutto gratuito. Soltanto in caso di presenza di queste tracce ematiche il medico curante proporrà al paziente di effettuare esami diagnostici più approfonditi, quali la colonscopia. È chiaro che questo tipo di approccio, quello di effettuare non solo campagne di prevenzione ma screening sulla popolazione relativi alle patologie più diffuse, può essere un metodo vincente per affrontare queste malattie per tempo e sconfiggerle, ed io sono molto fiero di prendere parte a progetti di così importante valore non solo dal punto di vista medico ma anche sociale. Progetti di prevenzione che sono – come lo screening sul tumore al colon retto - di fondamentale rilievo, che vedono coinvolti in sinergia i medici di base coordinati nell’ambito del nostro distretto sanitario. Ho voluto condividere questa mia riflessione soprattutto per invitare tutti a tenere in considerazione che, per mantenersi in buono stato di salute, è necessario essere a propria volta partecipi del processo, consapevoli del fatto che avere delle buone abitudini è importante e che è altrettanto importante essere pronti a prendere parte a programmi di screening che sono fondamentali per individuare sul nascere potenziali problemi di salute che, se affrontati in tempo, potranno essere risolti positivamente. Credo che tutti noi – noi medici di medicina generale ma soprattutto tutti noi cittadini – dobbiamo trasformarci in protagonisti di questa battaglia per affermare la cultura della prevenzione, testimoni del fatto che essa, unita a stili di vita corretti, è l’arma vincente per la buona salute.

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In provincia di Salerno in fiamme oltre 6000 ettari di terreno in pochi mesi. Un danno non soltanto per l’ambiente, ma anche per la salute dei cittadini.

Dallo scorso mese di maggio, in provincia di Salerno, sono andati in fiamme 6007 ettari di terreno, pari al 46 % della superficie interessata dagli incendi in Campania nel corso di questa stagione. Per intenderci, l’immane tragedia che ha interessato il Vesuvio ha visto la distruzione di 3046 ettari di superficie boschiva. È una vicenda questa dei roghi che, quest’anno, ha assunto nella nostra regione proporzioni enormi. Un fenomeno che è per il 90 % di origine dolosa e che, probabilmente, trova le sue spiegazioni in interessi inconfessabili delle organizzazioni criminali, della camorra, determinata a piegare ai suoi disegni gli amministratori locali e regionali. Non si spiega, altrimenti, come sia possibile che sul Vesuvio, ad esempio, focolai siano sorti contemporaneamente a chilometri di distanza. Ma su questo, speriamo presto, faranno chiarezza la magistratura e le forze dell’ordine. Anche ad Eboli, a Capaccio Paestum ed in tutta l’area della Piana del Sele gli incendi sono stati continui e devastanti. Quello che mi preme ora analizzare è il danno che questi incendi hanno provocato non soltanto all’ambiente, ma anche alla salute dei cittadini campani. L’immissione così massiccia di fumi in atmosfera ha conseguenze sulla salute della popolazione, soprattutto di quella più anziana o che già versa in condizioni più delicate a causa di patologie respiratorie preesistenti, quali allergie, asma bronchiale, enfisemi o tutte le altre forme di broncopatie. Così come non vi è ancora chiarezza, in termini di studi scientifici ed epidemiologici, su quali possano essere le conseguenze di tali eventi sulla popolazione sana, nell’ambito della quale in porzioni di essa potrebbero svilupparsi fenomeni di sensibilizzazione agli allergeni e malattie dell’apparato respiratorio. È sulla base di queste ed altre considerazioni che una associazione importante, la Nps Italia Network – che riunisce le persone sieropositive e, dunque, maggiormente predisposte all’insorgere di patologie – ha rivolto un accorato appello al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ed al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Un appello con cui si chiede alla Regione ed al Governo di effettuare attività di screening straordinario delle patologie respiratorie, e di sospendere, di conseguenza, per tutto il 2017 qualsiasi ticket concernente gli esami diagnostici riguardanti tali malattie, e quindi per esempio gli esami di spirometria o broncoscopia, di accertamento della sensibilizzazione verso determinati allergeni, i test di bronco dilatazione e di molti altri accertamenti sia di carattere preventivo che di verifica dello stato patologico. È una proposta, questa, che io condivido in pieno, e spero che le autorità sanitarie la prendano in seria considerazione. Effettuare accertamenti e screening di massa è, in questo contesto, quanto mai opportuno, soprattutto in favore delle popolazioni che sono state maggiormente interessate da questi incendi e del personale che è intervenuto in prima linea, in questi mesi, per affrontare e domare questi terribili incendi. Un’ultima considerazione credo vada fatta: noi cittadini possiamo fare la differenza, anche per combattere questi eventi. E possiamo farlo in diversi modi. Innanzitutto avendo cura del nostro patrimonio boschivo, segnalando immediatamente ogni situazione di degrado ancor prima che si creino situazioni di emergenza. Possiamo farlo avendo cura della macchia mediterranea, trasformandoci per quanto possibile in sentinelle dell’ambiente, in persone che dedicano un pezzo della loro attenzione e della loro sensibilità a fare in modo che anche chi ha meno cura del verde sia messo in condizioni di non danneggiarlo, sia attraverso l’incuria che attraverso azioni deliberate.

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Vaccinare i propri figli non solo è obbligatorio ma è fondamentale per la loro salute.

Il dibattito sulla decisione del Governo Gentiloni di rendere obbligatorie le vaccinazioni contro le principali patologie infantili – morbillo, pertosse, orecchioni, varicella per citare le più importanti – è molto acceso. Da anni, infatti, circolano sulla rete Internet – basate su studi pseudoscientifici privi del benché minimo valore – voci incontrollate sulla presunta pericolosità per i bambini di questi vaccini, e molti genitori sono influenzati da queste teorie. Ad ascoltare i propagandisti della pericolosità dei vaccini, essi causerebbero problemi dovuti ad alcune sostanze in essi contenuti, ed addirittura ad essi sarebbe connesso l’incremento dei casi di autismo. Non vi è nulla di più falso! In realtà, per quanto riguarda l’autismo - di esso a tutt’oggi sono in larga parte sconosciute le cause prime - la scienza medica sta da anni cercando di venire a capo delle origini di questa e di altre patologie, ma ci vorrà ancora tempo. E quanto al presupposto incremento di tale patologia, in realtà vi è stata, da parte dei medici e dei professionisti che si occupano dello screening di tale malattia, negli ultimi decenni una maggiore consapevolezza ed accuratezza nella diagnosi, ed è per questo che i casi conclamati sono di più rispetto al passato. Ma torniamo ai vaccini. Mantenere elevato il numero di persone regolarmente sottoposte a vaccinazione determina il cosiddetto ‘effetto di immunità di gregge’, in virtù del quale determinate patologie tendono nel medio periodo sparire nella popolazione di riferimento. È questo il motivo per cui malattie gravi ed un tempo diffusissime quali ad esempio la poliomelite sono state – grazie alle campagne vaccinali degli anni ’60 e ’70 – debellate nel nostro Paese. Col venir meno, nel 1999, dell’obbligo vaccinale per l’ammissione alla scuola dell’obbligo, nel corso degli ultimi decenni la copertura media nazionale delle vaccinazioni è pericolosamente scesa sotto la soglia raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, attestandosi in una forbice che va dal 46% circa della copertura per la varicella all’87% del morbillo fino al 93% di pertosse, epatite b e tetano, a fronte di una copertura che, per garantire l’immunità di gregge, dovrebbe attestarsi al 95%. Ed è per questo che il Governo ha deciso di intervenire – ed io sono assolutamente d’accordo – ripristinando l’obbligo di vaccinazione contro poliomelite, difterite, tetano, epatite B, pertosse e alcune forme di influenza ed introducendolo, provvisoriamente, per morbillo, rosolia, parotite e varicella. Si tratta di una misura di assoluto buonsenso, ed il mio invito ai genitori è – da medico e da cittadino responsabile – quello di sottoporre senza alcun tentennamento a tutte le vaccinazioni obbligatorie i propri figli, ricordando che patologie che possono sembrare tutto sommato innocue, penso alla pertosse, alla varicella, ma anche e soprattutto al morbillo, causano ogni anno – e questi sono dati veri non fasulli come quelli diffusi dagli antivaccinisti – molte vittime nella popolazione infantile. Per non parlare della parotite, i cosiddetti orecchioni, che se contratta in età più tarda può provocare sterilità nell’uomo o della rosolia, molto pericolosa se contratta durante la gravidanza. Per non parlare, poi, della vaccinazione per debellare il papilloma virus, che se effettuata massicciamente ridurrebbe in modo molto sensibile il cancro alla cervice uterina, causato da questo virus molto aggressivo. L’Amministrazione Regionale guidata da Vincenzo De Luca sta predisponendo, in occasione delle prossime campagne vaccinali contestuali all’apertura delle scuole, una incisiva campagna di informazione e di sensibilizzazione per i tanti genitori campani che vivono con qualche remora o addirittura con paura il momento della vaccinazione dei propri figli. Giudico questa scelta importantissima e coraggiosa, perché è fondamentale informare correttamente le persone su temi tanto delicati, in modo da superare paure che sono state insinuate da persone che, onestamente, giudico di scarso scrupolo morale, perché giocano con la salute dei minori, che sono i più indifesi ed esposti. Così come giudico assolutamente condivisibile la scelta del mio ordine professionale, dell’Ordine dei Medici, di espellere quei colleghi che hanno continuato a diffondere informazioni distorte sui vaccini. Noi medici giuriamo di assistere e curare al meglio chi si affida a noi, e questo, evidentemente, non è compatibile con il diffondere pratiche mediche scorrette e addirittura informazioni e notizie prive di ogni requisito di scientificità.

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L'incuria ed il degrado urbano vanno combattuti attraverso la partecipazione

Molte volte ho affrontato il tema, in questi mesi, della scarsa capacità di chi ci amministra di occuparsi, oltre che della realizzazione di nuove opere pubbliche, della manutenzione di quello che c’è. Il verde pubblico, le strade ed i marciapiedi, i monumenti sono spesso lasciati al degrado ed all’incuria. Intendiamoci, questo è un fenomeno di portata molto vasta e soprattutto qui nel Mezzogiorno è endemico. In parte la causa è il senso civico non elevatissimo di noi meridionali, protratti come siamo molto più alla cura del nostro ambito familiare che degli spazi comuni. In parte un’altra motivazione di questo stato di cose è la scarsità di risorse, che porta i comuni alla ricerca di fondi per realizzare nuove opere, per carità spesso utili e necessarie, senza considerare il fatto che i sempre più striminziti bilanci degli enti locali hanno pochissimi soldi per la manutenzione. Qui ad Eboli il fenomeno di degrado degli spazi comuni è molto visibile. Come facevo notare alcune settimane fa, non si ferma neanche davanti ai principali monumenti, come quello dedicato, nella centralissima Piazza della Repubblica, a Vincenzo Giudice. Occorre trovare delle soluzioni a questo stato di cose, perché davvero serve a poco rifare asfalto e marciapiedi e arredo urbano, per dirne una, lungo la statale se poi, a distanza di pochi mesi, le colonnine di marmo con elementi illuminanti per segnalare le strisce pedonali hanno cessato di illuminarsi ed i cestini portarifiuti spesso penzolano tristemente rotti lungo i marciapiedi. E qui entra in gioco anche la capacità degli enti pubblici – ma spesso in questo la normativa non aiuta – di verificare prima la bontà delle forniture effettuate alle pubbliche amministrazioni. Il fenomeno, poi, si aggrava mano a mano che ci si allontana del centro, e si incontrano decine di desolanti piccole aree abbandonate a se stesse, una incuria del verde pubblico che fa paura, marciapiedi ormai inutilizzabili fino a giungere, lungo la litoranea, a quel vero e proprio monumento all’incuria umana che è – ahinoi – la pista ciclabile un tempo più lunga d’Italia. Io una piccola proposta per provare ad iniziare una inversione di tendenza ce l’ho, può essere una base di ragionamento e spero che un confronto con l’Amministrazione Comunale possa nascere su questi argomenti: proviamo ad invertire la tendenza, a mutuare quelle tante piccole esperienze di cura collettiva dei nostri spazi comuni che sono abitudine ormai radicata nel Nord Europa ed anche in buona misura nell’Italia Settentrionale. Gli spazi pubblici, le strade, i monumenti, vanno pensati con la comunità di riferimento – altrimenti mai saranno vissuti come propri – e ad essa affidati. Il Piano del verde comunale – che ancora oggi non esiste – dovrà prevedere, anche in ragione del fatto che nel centro di Eboli mancano grandi aree verdi, una vera e propria città giardino-diffuso. Ed in questo contesto Radicity ha rappresentato a mio avviso un primo esperimento positivo, ma non deve rimanere lettera morta, Le esperienze positive come la creazione delle Guardie Ambientali devono, in questo contesto, maturare: non più solo volontari che sanzionano, affiancandosi ai pochi agenti di Polizia Municipale, l’abbandono dei rifiuti, ma sentinelle del decoro urbano, che segnalino al comune insieme ai cittadini tutto quello che non va, che insieme ad essi predispongano ipotesi per provi rimedio. È solo uno spunto, sicuramente da migliorare, ma vorrei che il mondo delle associazioni, i cittadini, gli amministratori si confrontassero in positivo su questi temi, anche in concomitanza col ragionamento che si dovrà necessariamente aprire in città sulla nuova ipotesi di Piano Urbanistico Comunale, che non va inteso come mero elemento di pianificazione urbanistica, ma come linea guida dello sviluppo futuro e possibile di una comunità. Anche su questo, in verità, mi sarei aspettato dall’Amministrazione Cariello un po' più di volontà di rendere la comunità partecipe fin dalle primissime battute. Ma non voglio giudicare prima di vedere come si evolverà il percorso di discussione.

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