Download Free Templates http://bigtheme.net/ Websites Templates

I sindaci del comprensorio si organizzino per salvaguardare la sanità locale.

E’ notizia di qualche ora fa che la Regione Campania sia arrivata a stilare una prima bozza del piano di riorganizzazione sanitaria sul territorio. Da quel che sembra, se qualcuno avesse sperato di vedere anche solo di nuovo menzionato l’Ospedale Unico della Valle del Sele, beh, sarà costretto a trovarsi, nuovamente, dinanzi a un’amara delusione. Dell’Ospedale Unico, neppure un cenno. Avevamo preso per buone le parole dell’allora neo eletto governatore della Campania, Vincenzo De Luca, quando all’incirca un anno fa, in visita a Eboli a sostegno della campagna elettorale del candidato Pd Antonio Cuomo, incalzato da alcune esponenti del comitato spontaneo delle mamme che invocavano la riapertura del reparto di pediatria al Maria Santissima Addolorata disse: “L’ospedale unico della Valle del Sele ha avuto solo la nomina di un project manager che a differenza di qualche altro non è andato sotto processo. Affronteremo la questione sanità senza vendere fumo. Lavoreremo a un piano di riorganizzazione che tenga conto dei bilanci ma anche dei territori a garanzia del diritto alla salute”. Se si affronta la questione sanità senza buttare fumo negli occhi, non parlare nemmeno più dell’Ospedale Unico della Valle del Sele significa dire chiaramente che non verrà mai realizzato? Il documento elaborato dalla struttura commissariale retta da Joseph Polimeni, ex direttore generale dell’ASL di Lucca, secondo i nuovi standard previsti dal D.M. n. 70 del 02/04/2015 (Regolamento che procede alla definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera) avrebbe l’obiettivo di far uscire la Campania dal piano di rientro sia dal punto di vista dell'equilibrio finanziario sia dal punto di vista dei livelli essenziali di assistenza (LEA). Il piano di programmazione affronta il problema dei LEA nell’ottica dei nuovi standard del DM n. 70 individuando una ricognizione dei posti letto. Alla provincia di Salerno, che conta 1.105.485 abitanti, spetterebbe una dotazione di 3.877 posti letto. Il piano ne prevede 3.722 pari a 3,37 posti letto per mille abitanti, facendo registrare un leggero incremento rispetto a quelli esistenti che invece sono pari a 3.665. Il piano ospedaliero elaborato dalla nuova amministrazione regionale parte dal Decreto Balduzzi facendo riferimento ai posti letto realmente attivi al 1° gennaio 2013 pari a 18.924 (1.950 per acuti e 1974 per post-acuti). A gennaio 2015 invece i posti letto in Campania erano 18.356 pari al 3,13 per mille abitanti per acuti e allo 0,33 per riabilitazione e lungo degenza. Ora, se il parametro dei 3,7 posti letto per mille abitanti viene rispettato, in Campania si dovrebbero avere complessivamente 21.719 (di cui 17.610 acuti e 4.109 post-acuti). Il piano del commissario Polimeni prevede 20.584 posti letto pari al 3,5 per mille, il che significa che rispetto al 2013 dovrebbe esserci un numero di posti letto aggiuntivi pari a 1.660 mentre rispetto al gennaio 2015 un incremento pari a 2.048 posti letto. L’Ospedale di Eboli nel 1971 aveva ben 611 posti letto, qualificandosi come punto di riferimento assistenziale per una vastissima area geografica ed inglobando grandi professionalità oltre che reparti specialistici; negli anni ’90 veniva classificato come DEA di I livello con circa 300 posti letto, ora diviene presidio ospedaliero di base con 158 posti letto. La vasta estensione territoriale consente di avere da un minimo di 8 a un massimo di 13 punti di assistenza al sistema emergenza-urgenza. Riguardo a questo aspetto, il nuovo piano ospedaliero offrirebbe al territorio 14 punti di accesso alla rete di emergenza-urgenza con un rapporto pari a 1 punto di accesso ogni 92 mila abitanti. L’ospedale Ruggi D’Aragona viene classificato come DEA di II livello al servizio dell’intera provincia con l’acquisizione di nuove discipline quali Odontoiatria, Chirurgia plastica, Reumatologia, Immunologia e centro trapianti, Unità spinale, Neuroriabilitazione. L’ospedale di Salerno si pone come hub nella rete ictus, hub di II livello nella rete cardiologica nonché centrale operativa CTS in quella traumatologica. I presidi di Vallo della Lucania e di Nocera Inferiore sono individuati come DEA di I livello, il primo a servizio dell’area Sud di Salerno il secondo a Nord della provincia. La rete dei pronto soccorso invece comprende gli ospedali di Sarno, Polla, Sapri, Mercato San Severino, Cava de Tirreni, Oliveto Citra, Battipaglia (che si vede potenziato il punto nascite e riconosciuto come sede PST nella rete traumatologica), Eboli (che dovrebbe vedersi potenziate le discipline chirurgiche e mediche oltre a essere riconosciuto come hub di I livello nella rete cardiologica essendo dotato di emodinamica). I nosocomi di Eboli e di Battipaglia hanno registrato, solo nel 2015, oltre 40 mila accessi al pronto soccorso ciascuno. Il Maria Santissima Addolorata e il Santa Maria della Speranza, quindi, restano entrambi all’interno della rete dell’emergenza, il primo orientato all’area cardiologica il secondo all’area chirurgia materno-infantile. Punti di accesso in deroga nella rete dell’emergenza sono le strutture ospedaliere di Castiglione di Ravello; Roccadaspide (con 20 posti letto di area funzionale critica medico-chirurgica-ortopedica e 16 posti letto di lungodegenza); Agropoli (con 20 posti letto di area funzionale critica medico-chirurgica-ortopedica. La struttura inoltre è convertita in centro ambulatoriale a indirizzo oncologico e in struttura residenziale per cure palliative). La Campania, secondo quanto dichiarato dallo stesso governatore De Luca non molto tempo fa, si pone come “l'ultima regione italiana per i Lea, ultima per le liste d'attesa (fino a 270 giorni per una mammografia), ultima per qualità dell'assistenza con la vergogna dei tetti di spesa che lasciano ogni anno per quattro mesi privi di assistenza migliaia di nostri concittadini. E’ necessario riorganizzare la medicina sui territori, costruire le reti dell'emergenza-urgenza, occorre cancellare le immagini delle barelle nei corridoi degli ospedali, ed è necessario ristabilire rapporti civili tra istituzione e strutture private convenzionate. Permane lo scandalo di strutture convenzionate che lavorano senza contratto con le Asl: ancora oggi, a fine 2015, non ci sono i contratti. Occorre - aggiunge - rivedere e riprogrammare prestazioni e tariffe, garantire ai disabili le risorse necessarie, far decollare i programmi per la fecondazione assistita e cancellare la vergogna di una mobilità passiva che sfiora i 300 milioni di euro". Resta, ed è purtroppo marcata da casi e testimonianze sempre più frequenti, l’inefficienza complessiva della rete ospedaliera pubblica legata al cronico blocco del turnover e quindi alla carenza di personale e di figure qualificate mentre permane e si alimenta il grave fenomeno della dilatazione impropria dell’ALPI. I piani di riorganizzazione tendono a un risparmio che sa di beffa: di quale risparmio parliamo se continueremo ad avere, parlando solo ed esclusivamente dei 4 presidi che avrebbero dovuto confluire nell’Ospedale Unico della Valle del Sele, quattro Direttori Sanitari, quattro Direttori Amministativi, quattro Direttori di Farmacia, quattro primari per ogni reparto attualmente esistente e comunque doppioni, e così via…? Nel frattempo però, rispetto alle ormai millantate ipotesi dei reparti previsti nell’Ospedale Unico, scompaiono reparti importanti per i cittadini del nostro comprensorio come ad esempio Gastroenterologia, Oncologia e Pneumologia, non previsti nei quattro ospedali oggi classificati come presidi ospedalieri di base. E’ necessario, e la lancio come sfida agli amministratori locali, incidere affinché all'ospedale di Eboli venga attivata la rete spoke ictus. Si rende indispensabile perché l’attrezzatura in dotazione al presidio ospedaliero, insieme alla rete emodinamica, grazie alla recente acquisizione di aggiornamento tecnologico con ulteriore software ALLURA dell'apparecchiatura Philips in dotazione per lo studio dei vasi sovraortici, permette lo studio vascolare cerebrale. La vicinanza con il centro Ictus della azienda Ospedaliera San Leonardo permette una rapida comunicazione in viabilità per il trasporto dei pazienti. Per di più, la vasta area della Valle del Sele, che ha un alto indice demografico (anche vista la grossa presenza di extracomunitari nelle aziende di allevamenti oltre che nei campi), ha un elemento probabilistico maggiore di eventi accidentali che interessino la zona vascolare e cerebrale molto più alto rispetto alle zone interne. La presenza del reparto di Neurologia in sinergia con altre branche specialistiche (UTIC – Emodinamica – Nefrologia e Dialisi) permette, poi, un'adeguata diagnosi ed un trattamento immediato di eventuali complicanze dei pazienti. L’ospedale di Eboli al centro della Valle del Sele è già collettore per varie emergenze specialistiche come cardiologia-utic, nefrologia e dialisi, della rete ospedaliera limitrofa (Battipaglia, Oliveto Citra, Roccadaspide, Agropoli), considerando i tempi di percorrenza rispetto ad altri ospedali. Lo ribadisco con estrema forza: la politica locale, regionale, nazionale, deve tutelare il diritto alla salute dei propri cittadini. Il sindaco Cariello e la sua amministrazione si facciano promotori di azioni rivolte alla salvaguardia dell’assistenza sanitaria sul territorio e soprattutto agiscano affinché venga rispettato quanto previsto dal famoso decreto n. 49 del 2010. Potrebbero farlo, ad esempio, attivando immediatante un tavolo tecnico tra i vari sindaci del comprensorio, ed attrezzando in tale sede una bozza di documento integrativo da presentare alla regione in relazione al Piano Sanitario in corso di elaborazione. Occorrono fatti, non parole.

Tags: di donato,, eboli,, sanità,, santissima maria addolorata,, regione,, piano sanitario regionale

Stampa

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione Cookies Policy.