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Il Pd riparte da un importante approfondimento sul caso Moro

Questa settimana ho deciso di prendere spunto dalle riflessioni lanciate dall'onorevole Gero Grassi in occasione del dibattito sui 55 giorni che hanno segnato per sempre la storia della Repubblica Italiana con il sequestro e poi l'uccisione di Aldo Moro. A Eboli, per il convegno organizzato dal locale circolo del Pd, il vicepresidente del gruppo del partito alla Camera dei Deputati Gero Grassi - componente della Commissione Parlamentare d’indagine sul 'Caso Moro' dal 9 aprile 2013 - ha posto l'attenzione, come da anni fa tenendo iniziative simili in tutta Italia, su chi e perché ha ucciso Aldo Moro. Sono davvero molto importanti queste occasioni di approfondimento e di riflessione su quello che si è posto, e si pone, come un momento cruciale e tragico che lascia ancora tanti interrogativi e dubbi irrisolti. Così come importante per il partito in cui milito ritengo sia stato ripartire da temi così profondi, legati non solo a un aspetto strettamente culturale ma soprattutto storico, di identità nazionale ma che ha anche delle chiare e forti ricadute sui contesti locali, sulle comunità intese innanzitutto quali luoghi di condivisione di ideali, di valori che restano saldi, che rafforzano il sentire comune, che consentono di riscoprirsi uniti. Oggetto della serata è stata la ricostruzione della vicenda del Presidente DC, rapito e ucciso dalle Brigate Rosse, attraverso i documenti di Stato, gli atti della Commissione Moro II e un video dedicato. Promotore della legge istitutiva della Commissione d'inchiesta sulla strage dí via Fani e sull'omicidio del Presidente DC, é stato bello aver appreso che Gero Grassi ama definirsi l'ultimo moroteo 'in servizio'. Fermamente convinto che la verità sul caso Moro non è ancora emersa, ritiene sempre valida l'espressione di Carlo Bo, Rettore dell'Università dí Urbino, che parla, nel 1979, di 'Delitto di abbandono' convinto che ci sia bisogno di dare giustizia ad un uomo e consegnare ai cittadini un'Italia più civile, più democratica, più libera, più sicura. Sono passati 36 anni dal 16 marzo 1978, data del rapimento di Aldo Moro e dell’omicidio dei cinque uomini della sua scorta in via Fani a Roma. Di lì a meno di due mesi - il 9 maggio 1978 -sempre a Roma, in via Caetani, fu ritrovata la Renault rossa con il corpo senza vita del Presidente della Democrazia Cristiana. L’omicidio di Aldo Moro, per la drammaticità dell’evento e per i lunghi 55 giorni di agonia, ma anche per la vasta e duratura eco che ha avuto sui media, è senza ombra di dubbio un evento straordinario ed unico nella storia della Repubblica Italiana. Su Aldo Moro e sulla sua vicenda umana e politica sono stati scritti oltre mille libri. Sono stati prodotti diversi film e girati una infinità di documentari e servizi giornalistici. Si sono svolti cinque lunghissimi processi. Il Parlamento nel 1979 ha istituito la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e sull’assassinio di Aldo Moro, cui poi nel corso degli anni si è sostituita la Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi del 1992, 1994, 1996, 2001. I lavori di queste commissioni parlamentari hanno prodotto una trentina di relazioni ed oltre 150 volumi. Una quantità immensa di documenti dai quali, purtroppo, nonostante gli anni intercorsi, non emerge ancora la completa verità sull’intera drammatica vicenda che ha condotto – lungo un periodo durato oltre un ventennio – questo paese nel tunnel di azioni terroristiche di varia matrice politica, con il supporto spesso di organizzazioni mafiose e degli apparati deviati dei servizi segreti italiani, etero diretti con ogni evidenza da pezzi dei vertici dello Stato inquinati e dalle interferenze di potenze straniere. Sono certo che ci saranno altre iniziative, altre occasioni come questa di approfondimento su temi di attualità nazionali quanto locali. Momenti di riflessione, con spirito critico e autocritico mai propagandistico ma per continuare a crescere come comunità oltre che come formazione politica. Se questa, come credo, è la strada che si sta intraprendendo, io vedo un Partito Democratico qui ad Eboli che, dopo anni di assenza dovuta a scelte improvvide dei gruppi dirigenti, ritrova la propria capacità di azione politica, di ascolto della comunità e di intervento sulle vicende che davvero sono di interesse per tutti. Andiamo avanti così.

Tags: di donato,, dirigente pd,, caso moro, gero grassi, capogruppo pd camera, Governo moro, brigate rosse

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