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Il diritto alla salute e la tutela dell'ospedale di Eboli: una priorità!

Questa settimana torniamo a parlare di sanità, in particolare vorrei riprendere il discorso relativo al piano sanitario regionale in via di definizione. Sono stati giorni concitati. Molto. La “Rete Unitaria delle Associazioni, dei Movimenti, dei Comitati Civici per la Sanità Pubblica” ha discusso degli effetti del nuovo Piano Ospedaliero predisposto dal commissario Joseph Polimeni e lo stesso tipo di analisi si è fatto in un incontro presso l’Aula Consiliare del Comune di Eboli con esponenti della politica locale bipartisan oltre che con rappresentanti dei sindacati e col direttore sanitario dell’Ospedale di Eboli. Si tratta, a mio avviso, di un Piano che, seppur esclude la chiusura del nostro ospedale, nulla fa per salvare dal baratro in cui politiche miopi ed interessate lo hanno cacciato il nosocomio ebolitano, e di certo non rende onore alle potenzialità del Maria Santissima Addolorata di Eboli che, si sa, è, proprio a causa di queste scelte sciagurate, finanziariamente in grande difficoltà. La politica di tagli dell’ex governatore di centrodestra della Campania, Stefano Caldoro, a quanto pare stanno trovando alcuni elementi di continuità anche nell’era – sotto molti altri aspetti molto migliore – del democratico Vincenzo De Luca. Abbiamo già sottolineato come il D.M. 70/2015 rinneghi nei fatti il Decreto Balduzzi ed i suoi parametri basati su popolazione e prestazioni erogate favorevoli al nostro territorio, e come i livelli LEA (Livelli essenziali Assistenza) definiti in tale decreto non siano proporzionati a quanto statuito ex lege per il nostro Distretto Sanitario. L’attuale Piano Sanitario, per la provincia di Salerno, prevede tre DEA di primo livello (Dipartimento di Emergenza e Accettazione) che sarebbero gli ospedali di Salerno, Nocera Inferiore e Vallo della Lucania. Verranno invece ridimensionati gli ospedali di Roccadaspide, Polla e Sapri mentre ad Agropoli resterà uno Psaut ,ovvero un servizio di prestazioni di primo soccorso territoriale privo di posti letto. L’Ospedale di Eboli resta nelle rete dei pronto soccorso e dovrebbe vedersi potenziate le discipline chirurgiche e mediche oltre a essere riconosciuto come hub di I livello nella rete cardiologica essendo dotato di emodinamica. Nel 1971 il Maria Santissima Addolorata aveva ben 611 posti letto, qualificandosi come punto di riferimento assistenziale per una vastissima area geografica ed inglobando grandi professionalità oltre che reparti specialistici, negli anni ’90 veniva classificato come DEA di I livello con circa 300 posti letto, ora diviene presidio ospedaliero di base con 158 posti letto. Lo ribadisco con estrema forza, la politica locale, regionale, nazionale, deve tutelare il diritto alla salute dei propri cittadini. Il sindaco Cariello e la sua amministrazione si devono fare veri promotori di azioni rivolte alla salvaguardia dell’assistenza sanitaria sul territorio e soprattutto devono pretendere che venga rispettato quanto previsto dal famoso decreto n. 49 del 2010. Si era aperta l’ipotesi di un possibile ricorso al TAR da parte dei primi cittadini che afferiscono all’area interessate e che sarebbero dovuti confluire nell’oramai futuristico Ospedale Unico della Valle del Sele. Il ricorso impugnerebbe il Decreto 33 del commissario Polimeni nella parte inerente la spendig review sanitaria, che è stata predisposta senza tenere in debita considerazione gli articoli 3 e 32 della Costituzione. Se la risposta a tale ipotesi è stato non il confronto ma l’assenza dei sindaci del comprensorio a questo incontro estremamente delicato e importante, beh, bisogna purtroppo ammettere che lo sconforto potrebbe prendere il sopravvento. La vasta estensione territoriale consente di avere da un minimo di 8 a un massimo di 13 punti di assistenza nel sistema emergenza-urgenza. Riguardo a questo aspetto, il nuovo piano ospedaliero offrirebbe al territorio 14 punti di accesso alla rete di emergenza-urgenza con un rapporto pari a 1 punto di accesso ogni 92 mila abitanti. L’ospedale Ruggi D’Aragona viene classificato come DEA di II livello al servizio dell’intera provincia con l’acquisizione di nuove discipline quali Odontoiatria, Chirurgia plastica, Reumatologia, Immunologia e centro trapianti, Unità spinale, Neuroriabilitazione. L’ospedale di Salerno si pone come hub nella rete ictus, hub di II livello nella rete cardiologica nonché centrale operativa CTS in quella traumatologica. I presidi di Vallo della Lucania e di Nocera Inferiore sono individuati come DEA di I livello, il primo a servizio dell’area Sud di Salerno il secondo a Nord della provincia. Come già proposi diverso tempo fa, l’ospedale di Eboli può e deve essere inserito come spoke ictus per la diagnosi e la gestione del paziente con ictus. Il sindaco Cariello pretenda questa variazione, le condizioni ci sono! L’amministrazione comunale si batta affinché il nostro nosocomio non venga distrutto – e non per una battaglia di campanile ma perché tutt’oggi ha un bacino di riferimento vastissimo - ma soprattutto affinché vengano rispettati i principi costituzionali che sanciscono e tutelano il diritto alla salute per tutti i cittadini.

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