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Fondi Europei 2014-2020: non si perda il treno dello sviluppo!

Con alcuni significativi ritardi sta partendo la programmazione – ed escono i primi bandi – relativa ai fondi europei per il periodo 2014-2020. Con il progressivo allargamento dell’Unione Europea a numerosi paesi dell’ex Europa dell’Est la linea di tendenza generale va verso una progressiva diminuzione dei fondi destinati alle regioni italiane ricadenti nell’obiettivo convergenza, e cioè Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Esse sono nel cosiddetto “Obiettivo Convergenza per lo Sviluppo” – beneficiando in tal modo di fondi dedicati al fine di favorirne lo sviluppo socio-economico – giacché, purtroppo, il loro Prodotto Interno Lordo (PIL) è inferiore al 75% della media europea. E’ evidente che, con l’ingresso nell’Unione di paesi strutturalmente più poveri, progressivamente i fondi destinati a queste aree del nostro stato tenderanno progressivamente a ridursi, pur non essendosi affatto ridotto il divario fra le regioni del Sud e del Nord del nostro paese. Secondo diversi studi, anzi, tale divario negli anni della crisi economica è aumentato, e questo è spiegabile sia perché – com’è ovvio – la crisi finanziaria che ha devastato in questi anni il pianeta ma soprattutto l’Europa ha indebolito in primo luogo le economie già meno sviluppate, sia perché – dalla metà degli anni novanta in poi – vi è stata la completa rinuncia da parte dello Stato italiano ad agire concretamente con strumenti seri volti ad affontare la questione meridionale che è stata, semplicemente, accantonata, sottaciuta, negata. Ma su questo e sulle ragioni politiche e sociali che hanno condotto a queste scelte dissennate il dibattito potrebbe essere davvero lungo. Certo è che oggi, alla luce anche di tutte le considerazioni appena esposte, perdere il treno – uno degli ultimi – dei fondi europei per lo sviluppo è un lusso che il nostro Sud martoriato non può permettersi. Ed è un lusso che Eboli, la Piana del Sele non possono permettersi. Ma attirare fondi europei, gestire e creare sviluppo, presentare progetti seri rigorosi e credibili è una attività che richiede rigore, capacità e competenza. Il mio invito di oggi vuole essere proprio questo, ed è rivolto ai nostri imprenditori, alla classe politica, all’amministrazione comunale di Eboli ma anche a tutte quelle della Piana: occorre fare rete, occorre mettere insieme pubblico e privato, occorre abbandonare miopi campanilismi e integrare proposte intelligenze e progettualità, altrimenti la sfida è persa in partenza. Abbiamo davanti una regione che oggi, se pure ancora ingessata sotto molti profili, non è la regione inesistente di Caldoro , quella che per anni non si è occupata di programmazione europea salvo rincorrere all’ultimo minuto l’emergenza e tentare improbabili operazioni di salvataggio e di spesa dei fondi inutilizzati per anni attraverso piani che hanno apportato, alla resa dei conti, più danni che benefici. Abbiamo un interlocutore da questo punto di vista ben più solido e attento. Spero davvero che il sindaco Cariello e i suoi colleghi dei comuni circonvicini , l’intera classe politica ebolitana e della Piana , gli imprenditori dei settori trainanti dell’economia sappiano fare squadra, sappiano esercitare nei fatti una leadership che è necessaria per creare vere occasioni di svliluppo per la nostra amata terra. Il treno dei fondi europei è probabilmente l’ultimo, o comunque essi dopo il 2020 e nel contesto anche delle gravi incognite aperte dalla Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione a seguito del referendum, saranno fortemente ridimensionati. Non perdete, cari politici e cari imprenditori, questa opportunità!

Tags: di donato,, cariello, amministrazione cariello,, sviluppo,, fondi europei , 2014 2020, Piana del Sele, opportunità , imprenditori

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