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Eboli, la Valle del Sele, il suo equilibrio ambientale e le prospettive di sviluppo.

E’ iniziata, finalmente dopo tanti anni, l’ultima fase di svuotamento delle vasche del depuratore di Coda di Volpe, dove nell’ultimo periodo dell’emergenza rifiuti furono stoccate dall’allora commissario di Governo quasi 35.000 tonnellate di cosiddette ‘ecoballe’, nella realtà rifiuto tal quale imballato e stoccato in attesa di altre destinazioni. Nel corso degli anni buona parte di quel materiale è stato rimosso, ed ora la Regione Campania ha avviato la rimozione delle ultime 10.000 tonnellate di ecoballe, che saranno inviate ad impianti di incenerimento, sembra fuori regione. E’ una buona notizia per Eboli, per l’ambiente e per la nostra agricoltura, anche perché ora si potrà procedere – e spero che questo avvenga in tempi rapidi – a mettere in funzione il depuratore di Coda di Volpe, risolvendo in tal modo, se nel frattempo si completano i collettori fognari, buona parte del problema drammatico di una zona vasta del nostro territorio non servita da impianti di depurazione. Purtroppo è, a quanto pare, l’unica buona notizia per l’ambiente nella nostra area. O meglio, pare che la raccolta differenziata ad Eboli, con l’ultima estensione alle aree rurali, stia aumentando le percentuali di materiali avviati a riciclo, e questo è senza dubbio un bene. Ma ancora non è stata, inspiegabilmente, avviata la procedura di gara per l’affidamento del servizio di igiene urbana, e questa – a quasi due anni dallo scadere del precedente appalto – è davvero una circostanza inspiegabile. Anche perché una nuova gara consentirebbe – se ben progettate le modifiche al servizio – sia consistenti risparmi per il comune e quindi per i cittadini sia significativi ulteriori miglioramenti alle modalità di raccolta, a partire – ad esempio – dalle isole ecologiche a scomparsa nel centro storico di Eboli, e dall’implementazione di modalità di raccolta supportate dalle nuove tecnologie, in grado di ottimizzare il servizio e la qualità e la quantità dei materiali avviati a riciclo. Altre cattive notizie per l’equilibrio ambientale del nostro territorio giungono – ne ho già parlato più diffusamente in un articolo recente – sul fronte del possibile insediamento nell’area della Valle del Sele delle Fonderie Pisano. Si è parlato di Campagna, poi di Eboli, poi di Battipaglia. Cambia poco: un impianto siderurgico – per quanto si vogliano adoperare i migliori accorgimenti – è un impianto che ha una notevole portata inquinante, i cui effetti non sono certo fermati dai confini intercomunali. E stupisce sentire attribuita al sindaco di Battipaglia – peraltro medico come chi vi scrive – una affermazione dai toni surreali sul fatto che un impianto del genere avrebbe lo stesso impatto ambientale di un “palazzo riscaldato a metano”, salvo poi proporre a quanto sembra di dislocarlo presso l’area dell’ex Fabbrica Apoff di Eboli. Ma io sono certo che tale frase non sia vera, perché l’ottimo sindaco di Battipaglia – valente professionista - sa bene che un impianto siderurgico ha un impatto ambientale significativo, e che in un’area confiscata alla criminalità organizzata qual è la ex Apoff nulla può essere realizzato – per legge – che non sia destinato a fini sociali. E di questo carico inquinante aggiuntivo il nostro territorio – io credo – davvero non sente il bisogno, un territorio a vocazione agricola e turistica che, invece, ha bisogno di ridurre l’impatto sull’ambiente delle sue produzioni, e di migliorarne la qualità. Voglio davvero sperare che l’intera classe dirigente della Piana del Sele voglia mostrarsi all’altezza delle sfide che ci attendono, partendo dallo scongiurare l’insediamento di impianti nocivi e dal disegnare, invece, insieme, un quadro strategico per il potenziamento della filiera dell’agro-alimentare e dell’offerta turistica sul territorio.

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