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L'importanza del Piano Sociale di Zona

Per quella che é stata la mia esperienza di amministratore locale, in qualitá di consigliere comunale del Pd nel corso della scorsa legislatura, ho potuto constatare che generalmente i cittadini fanno ancora una certa confusione tra quelli che sono i servizi sociali dei singoli comuni e ciò che invece è di competenza del Piano Sociale di Zona. Da diversi anni, la programmazione delle attività legate alle fasce deboli di una comunità non è più predisposta dai singoli comuni ma appunto dal cosiddetto Piano Sociale di Zona, che diviene quindi lo strumento di pianificazione territoriale per lo sviluppo di una politica locale di servizi e interventi sociali relativa all’insieme delle amministrazioni comunali consorziate del territorio, o più correttamente "ambito" di riferimento. Attualmente gli ambiti territoriali della Regione Campania sono 52. L'ambito S3, di cui Eboli è capofila, comprende i comuni di Altavilla Silentina, Campagna, Contursi Terme, Oliveto Citra, Postiglione, Serre, Sicignano Degli Alburni. Le sfere di azione del Piano Sociale di Zona riguardano la fragilità sociale, gli anziani, l'area della salute mentale, quella relativa a minori e famiglie, l'area della disabilità. Su questo punto, in queste ore, si è registrato l’ennesimo paradosso. Si parla tanto di eliminazione delle barriere architettoniche eppure l’amministrazione comunale ha ben pensato di trasferire gli uffici del settore Politiche Sociali nell’attuale sede del Piano di Zona in via Umberto Nobile. Struttura senza ascensore e quindi inaccessibile alle persone con disabilità. Non c’è un montascale né, appunto, un elevatore. Nulla che possa facilitare l’ingresso per coloro che purtroppo sono costretti a vivere in carrozzella o comunque non sono autonomi nei movimenti. Questo è l’ennesimo autogol di un’amministrazione frettolosa che non pondera le proprie scelte proprio come nel caso dell’attivazione del doppio senso di marcia in via Matteo Ripa. Un’amministrazione che assume decisioni, in contesti così delicati e già parecchio investiti dalle più disparate problematiche, con una miopia ciclopica. Ci si dovrebbe porre in un’ottica di lettura dei bisogni e di programmazione delle risposte, di scelta di priorità, soprattutto quando si ha a che fare con fasce deboli, disabili, minori. In questo clamoroso caso di cecità amministrativa, mentre si predica bene sulla stampa e sui social, nella realtà invece si razzola malissimo. Promulgata la legge 328, sul finire degli anni 2000, si è valorizzato il ruolo dei Comuni, in quanto rappresentanti della comunità locale, riconoscendoli come soggetti della programmazione rispetto ai servizi sociali, per tutelare il benessere del cittadino. E nello scegliere una struttura inaccessibile alle persone con disabilità per trasferire gli uffici che si occupano di politiche sociali, quale benessere è stato tutelato? L'attuale situazione socio-economica estremamente incerta, la contrazione delle risorse disponibili a tutti i livelli, ha acuito la necessità di individuare strategie di governo e distribuzione che presuppongano: conoscenza del territorio, condivisione delle idee e dei progetti, coordinamento, accoglienza, messa in rete, ottimizzazione delle competenze e delle risorse economiche. Il Piano Sociale di Zona ha tra le sue finalità quella di intercettare i bisogni, espressi e non, che provengono dalla comunità locale e, in base alle risorse disponibili, promuovere la realizzazione di una rete integrata di servizi a livello di ambito in grado di garantire una risposta concreta. In particolare, il Piano Sociale di Zona, è lo strumento promosso dai diversi soggetti istituzionali e comunitari per riconoscere e mobilitare risorse professionali, personali, strutturali, economiche pubbliche, private (profit e non profit) e del volontariato per stabilire forme e modalità gestionali volte a garantire approcci integrati e interventi connotati in termini di efficacia, efficienza ed economicità. Ma se le strutture sono interdette alla partecipazione, va da sé che manca il principio cardine che è alla base e a garanzia delle cosiddette pari opportunità, affinché i diritti sanciti dalla nostra Costituzione risultino esigibili, a garanzia e tutela delle persone più deboli che, purtroppo, spesso non sono in grado di soddisfare autonomamente i propri bisogni.

Tags: di donato,, piano sociale di zona

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